24 Ottobre 2024

Morì cadendo dal tetto dell’azienda tessile a Montemurlo, chiesti 2 anni di pena per l’unico imputato

A processo è il dipendente dell'impresa edile che fece salire sul cestello il 40enne


E’ alle battute finali il processo per la morte di Fulvio Piscitelli, il 40enne pratese precipitato dal tetto del capannone di una torcitura in via Aniene a Montemurlo, il 26 novembre del 2020. Per l’unico imputato nel processo, un dipendente della ditta che aveva eseguito i lavori di riparazione sulla copertura del capannone, la Procura ha chiesto la condanna ad una pena di 2 anni. L’ipotesi di reato contestata è omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme antinfortunistiche sul lavoro.
Quel giorno, a lavori conclusi, l’operaio edile fece salire Piscitelli sul cestello per una verifica in quota sull’esecuzione delle opere.
Giunti in cima alla copertura, il 40enne ha deciso di “sbarcare” sul tetto per una verifica più da vicino, e sarebbe stato tradito dal cedimento di una parte in plexiglass. Il volo di 8 metri non gli lasciò scampo.
Nella sua requisitoria il pm Maltonini ha sostenuto che la posizione di garanzia, in quello che è ritenuto un vero e proprio infortunio sul lavoro, spettasse all’imputato che era abilitato a guidare la piattaforma e a salire sul cestello, ma non poteva trasportarvi altre persone prive di apposito titolo e formazione.
Nella sua arringa difensiva, l’avvocato Giovanni Renna ha invece sottolineato che la vittima non era un semplice dipendente ma avesse ruoli direttivi e capacità gestionali nell’azienda. Il legale ha inoltre sostenuto l’insussistenza del nesso causale tra la violazione in materia di sicurezza sul lavoro contestata e la morte del Piscitelli.
Per i fatti, in un primo momento erano stati indagati anche il proprietario del capannone e il titolare dell’impresa edile: entrambi sono poi stati prosciolti nel corso delle indagini.