Conferenza alla Biblioteca Roncioniana su «Fiere di cambio e mercato del credito: protagonisti e tecniche (XVII secolo). Ricerche tra le carte dell’Archivio Del Vernaccia».
Ne parlerà domani, venerdì 9 marzo alle 17,30, il professor Claudio Marsilio dell’Università di Lisbona in Portogallo nella sala di lettura della biblioteca (ingresso da piazza San Francesco). Per l’occasione è stata allestita una mostra di documenti sulle Fiere di Cambio del XVII secolo, tratte appunto dell’archivio Del Vernaccia, custodito alla Roncioniana.
Ecco la presentazione della conferenza.
In tempi in cui i tassi di cambio e le valute internazionali occupano intere pagine dei quotidiani e non solo economici, ritornare a riflettere su questo tema è quanto mai importante. Le fiere di cambio hanno un’origine medievale. Negli anni Trenta del Cinquecento si svolgevano a Besançon, nella Franca Contea, sotto la protezione dell’imperatore Carlo V. Nel 1579, dopo aver cambiato varie sedi, furono trasferite a Piacenza. I successivi quarant’anni rappresentarono il periodo di massimo splendore delle fiere di cambio. Piacenza diventò la piazza operativa principale, in cui si riunivano un numero sempre crescente di operatori provenienti da tutti i più importanti centri commerciali europei mentre il volume degli affari si moltiplicava in modo esponenziale, tanto da trasformare le fiere di cambio italiane nel cuore pulsante del mercato del credito internazionale.
Le collezioni di lettere commerciali che spesso purtroppo giacciono in fondo alle scatole polverose di innumerevoli archivi sono una miniera di informazioni che ci permettono di mettere a fuoco vari indicatori economici degli angoli più sperduti del nostro Continente: corsi dei cambi, disponibilità di moneta e condizioni del mercato del credito a Francoforte, ad Anversa, a Vienna, tassi di sconto dei titoli di debito pubblico della corona spagnola o della Zecca di Venezia o del Monte del Sale di Firenze. Quando si apre un registro contabile del Cinque-Seicento saltano subito agli occhi i mille simboli che precedono i numeri. Lira di conto genovese, pezzi da otto reali spagnoli, grossi di Anversa, gulden di Amsterdam, lira sterlina, talleri del Sacro Romano Impero. Una lista interminabile di monete d’oro, d’argento, di leghe minori che circolano in tutto il Vecchio Continente che passano dalle mani di un banchiere all’altro a una velocità che a noi sembra impossibile.
La Biblioteca Roncioniana nella collezione della corrispondenza e dei documenti contabili della famiglia Del Vernaccia conserva alcune di queste importanti fonti – fino ad oggi non esplorate – utili a migliorare la nostra conoscenza dell’economia del XVII e in particolare del mercato del denaro e del credito.