Lo scorso mese di settembre l’istituto Datini di Prato ha aperto due classi con indirizzo alberghiero all’interno del carcere della Dogaia. Grazie a questa possibilità sessanta detenuti stanno studiando per ottenere un diploma e diventare così cuochi, camerieri e direttori di sala. Per riuscirci hanno bisogno di un luogo attrezzato dove poter sperimentare quanto appreso a lezione, ovvero di una cucina, di un angolo bar e di una sala ristorante. Si tratta di un progetto, chiamato «cucine aperte», che si sta concretizzando proprio in questi giorni e che dovrebbe vedere la luce subito dopo Pasqua. I lavori per la realizzazione di questo laboratorio sono dunque iniziati e già a buon punto ma per portare a termine l’opera occorrono dei finanziamenti.
Nasce così l’idea di lanciare una campagna di crowdfunding per sostenere il compimento degli interventi e pagare le attrezzature necessarie ad allestire sala e cucina. I promotori di questa iniziativa solidale sono la Fondazione Il cuore si scioglie onlus, nata per volontà delle sezioni soci di Unicoop Firenze, e la Caritas diocesana di Prato, attenta ai bisogni dei detenuti attraverso il progetto «Non solo carcere». Ma la rete dei soggetti coinvolti nel progetto è ampia e vede la presenza di Comune e Provincia di Prato e il sostegno dell’Associazione Cuochi Prato e della Fipe Confcommercio.
Hanno detto. «L’obiettivo di questo progetto – spiega Idalia Venco, direttrice della Caritas diocesana – è quello di dare una possibilità di lavoro ai ragazzi che frequentano la scuola alberghiera all’interno del carcere. Una volta usciti potranno spendere le conoscenza acquisite durante la reclusione per ottenere una occupazione. Inoltre – aggiunge Venco – con questo nuovo spazio che sarà realizzato si potranno organizzare cene che daranno modo alla città di conoscere la realtà del carcere».
Il preside del Datini, Daniele Santagati, ha lanciato un appello alla città: «I lavori per la realizzazione del laboratorio sono dirittura d’arrivo, poi serviranno le attrezzature per allestirlo. Chiediamo, in particolare agli imprenditori, di darci una mano nel reperire piatti, posate e pentole. Ogni contributo è ben accetto».
«La campagna Pensati con il Cuore – spiega Giulio Caravella, consigliere della Fondazione Il Cuore si scioglie – ha l’obiettivo di sostenere le numerose realtà che ogni giorno in Toscana si impegnano per il bene comune, cercando di creare rete e senso di comunità. Una modalità partecipativa che sta generando risultati importanti: con i 5 progetti andati online a gennaio siamo riusciti a mettere a disposizione oltre 80 mila Euro per affrontare sul territorio problematiche importanti, come la povertà, la disabilità e la violenza di genere».
Come partecipare. La raccolta fondi prevede la possibilità di fare donazioni online, sulla piattaforma Eppela (info: www.eppela.com/progettipensaticonilcuore) e di contribuire partecipando alle iniziative che verranno organizzate dalla sezione soci Coop di Prato nei giorni della campagna che durerà dal 19 marzo al 27 aprile. Se verrà raggiunto se verrà raggiunto almeno il 50% dell’obiettivo previsto, la Fondazione Il Cuore si scioglie raddoppierà la cifra raccolta, fino a un massimo di 15mila euro.
Negli scorsi 12 mesi tutti questi progetti hanno raggiunto l’obiettivo prefissato. Complessivamente la campagna di crowdfunding ha raccolto oltre 230mila euro messi a sostegno della solidarietà in Toscana, grazie al contributo di oltre 6mila persone che hanno partecipato ai numerosi eventi organizzati dalle sezioni soci Coop.
L’importanza di una formazione per i detenuti. Dare una opportunità di lavoro, sia all’interno che all’esterno del carcere, è fondamentale affinché un detenuto possa far ritorno nella società con un rischio di recidiva molto basso. Per questo sono fondamentali percorsi individuali di orientamento e tirocini formativi che puntino ad un effettivo reinserimento sociale. Tali obiettivi fanno parte del progetto «Non solo carcere» promosso dalla Caritas diocesana di Prato grazie al contributo di Caritas Italiana. I promotori sono certi che un detenuto con un diploma di cuoco o direttore di sala avrà sicuramente una carta in più da spendere nel mondo del lavoro una volta uscito dalla Dogaia. A questo proposito Fipe – Confcommercio si è detta disponibile all’attivazione di tirocini presso i propri affiliati.
Eventi aperti alla città. Una volta terminato il laboratorio sarà utilizzato per la preparazione di eventi aperti alla cittadinanza. Si tratta della seconda fase del progetto «Cucine aperte», che prevede l’organizzazione di serate a tema ideate e curate dagli stessi detenuti, sul modello delle «Cene galeotte», esperienza nata all’interno del carcere di Volterra dove esiste una classe ad indirizzo alberghiero come quella di Prato. Qui faranno la loro parte i ristoratori dell’Associazione Cuochi Prato che affiancheranno i novelli chef nella preparazione dei piatti.