9 Dicembre 2024

Esplosione al deposito Eni, la Procura di Prato apre un’inchiesta: già nominati consulenti tecnici e medici legali

Da accertare le cause del rogo: al momento dell'esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all'altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante


La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per appurare eventuali responsabilità penali sull’incidente al deposito di carburanti dell’Eni di Calenzano, in cui sono morte 2 persone ed altre nove sono rimaste ferite, di cui due in maniera grave. L’incendio ha causato danni anche ad altri edifici vicini. Sul posto, a seguito dello spegnimento delle fiamme operato dai vigili del fuoco, l’impianto è stato posto in sicurezza e la Procura di Prato ha curato il sopralluogo e coordinato le indagini sin dai primi momenti. “Allo stato – riferisce il procuratore Luca Tescaroli – è possibile evidenziare che al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante”. La Procura di Prato ha coinvolto nelle indagini i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze, ha nominato alcuni medici legali e tre consulenti tecnici per accertare le cause dell’esplosione. E’ stato inoltre richiesto l’intervento dell’Arpat e dell’Asl Toscana Centro per evidenziare i profili di possibile responsabilità sul luogo teatro dell’esplosione.

Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti. E’ quanto si apprende dagli inquirenti. L’area in cui è avvenuta la deflagrazione è stata posta sotto sequestro.

“Eni desidera esprimere la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell’incidente”. E’ quanto si legge in una nota dell’Eni nella quale si sottolinea che: “l’Eni sta pienamente collaborando con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle dinamiche e delle cause dell’esplosione di una delle autobotti presso la pensilina di carico”. Eni conferma inoltre che l’incendio “è stato completamente domato questa mattina in modo tempestivo dai Vigli del Fuoco”.

“L’esplosione – ha detto il presidente della Regione Giani – è avvenuta ad una pensilina mentre si caricavano le autocisterne. Il procuratore Tescaroli, che ringrazio, ha coordinato fin da subito, con la massima rapidità, le indagini e i sopralluoghi. Allo stato attuale si parla di due morti, tre dispersi e nove feriti. I feriti non sono tutti necessariamente per la conseguenza diretta della esplosione. Si tratta anche di persone che sono state ricoverate con trauma cranico perché negli stabilimenti intorno l’esplosione sono stati colpiti dallo spostamento d’aria. Le persone decedute sono quelle che con le autocisterne erano nella pensilina”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani parlando con i giornalisti all’esterno dell’area Eni a Calenzano.  “La situazione è sotto controllo, i vigili del fuoco hanno fatto un lavoro imponente, evitando altre conseguenze. Sono state spente le fiamme evitando che ci fossero contatti con i depositi di carburante. I depositi sono rimasti intatti, altrimenti l’esito sarebbe stato ancora più drammatico” ha aggiunto, che ha fornito rassicurazioni sulla qualità dell’aria: “Sula qualità dell’aria mi è stato assicurato che allo stato -attuale la situazione tende a essere normale”.

Lo stabilimento Eni di Calenzano: come funziona l’impianto

Lo stabilimento di Calenzano svolge attività di ricezione, deposito (stoccaggio) e spedizione di benzina, gasolio e petrolio (kerosene) per il settore aereo. Tali prodotti arrivano nel deposito di Calenzano tramite due oleodotti collegati con la Raffineria Eni di Livorno, per venire quindi stoccati in serbatoi atmosferici cilindrici (a tetto fisso o galleggiante) in attesa dell’invio alle pensiline di carico delle autobotti. E’ quanto emerge dalle informazioni sul sito Eni di Calenzano tratte dalla scheda dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Eni spiega che il deposito è operativo dal 1956 ed è dotato di 24 serbatoi, 10 pensiline di carico. Nello stabilimento, che occupa una superficie di 170.300 metri quadrati sono dislocate le seguenti principali aree di lavoro: parchi serbatoi; pensiline di carico autobotti (ATB); sale pompe; impianto antincendio; terminale di arrivo dell’oleodotto; impianti di misurazione fiscale; impianti di recupero vapori dalle pensiline di carico ATB; impianto di trattamento acque; cabine elettriche, impianti elettrici e strumentazioni varie. La gestione delle operazioni di riempimento dei serbatoi e di carico delle autobotti viene effettuata tramite una sala controllo. Il deposito è dotato di una squadra di emergenza interna individuata tra il personale operativo.