Se è doveroso godersi il momento e i capolavori, restano invece alcune incognite sul futuro. Il crack della BpVi e i dissapori tra la dirigenza e il territorio pratese hanno portato all’ormai noto ratto di Zonin, che prelevò le opere della Galleria e le trasferì a Vicenza. Anni di corsi e ricorsi hanno permesso il ritorno a Prato di parte della collezione, ma sulla vicenda pesano ancora alcuni interrogativi. Come detto la proprietà del palazzo è di Banca Intesa, mentre le opere restano in mano alla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza. Il lavoro di enti, istituzioni e associazioni è riuscito a far ottenere il vincolo territoriale che lega le opere della collezione al palazzo degli Alberti e quindi al territorio pratese, posto dalla Soprintendenza nel 2017. Sull’esistenza del vincolo tra le opere e Palazzo degli Alberti pende però un ricorso al Tar della Toscana presentato dall’ex BpVi, mentre un altro ricorso è stato inoltrato alla presidenza della Repubblica per ottenere la revoca del vincolo sulla Crocifissione del Bellini. Il valore complessivo della collezione è stimato in circa 60 milioni e il Ministero dei beni e le attività culturali ha una prelazione sull’acquisto delle opere dalla liquidazione, che dal suo canto ha l’obiettivo di trarne il maggior profitto. La domanda è quindi: che fine faranno i capolavori? Banca Intesa sarà interessata a rilevarli? “In questi anni Banca Intesa ha dimostrato un impegno concreto, una responsabilità di fronte al paese in relazione alla promozione dell’arte e della cultura. E’ evidente che qualora il Ministero non esercitasse la prelazione senza dubbio ci sarebbe una riflessione seria e concreta, però sarebbe irrispettoso della verità prendere oggi un impegno in questa direzione” ha dichiarato Michele Coppola, direttore centrale arte, cultura e beni storici di Banca Intesa. Ascolta le parole di Coppola
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