Due cinesi sono finiti agli arresti domiciliari per aver impiegato manodopera clandestina. Si tratta del titolare di fatto di una stamperia di tessuti per abiti da donna e del suo principale emissario nella gestione dell’impresa. La ditta, situata in via Pistoiese, è la stessa dove la notte tra il 25 e 26 gennaio scorsi un lavoratore venne aggredito con un’arma da taglio e colpito in più parti del corpo da un altro operaio. Ed è stato proprio grazie alla collaborazione del lavoratore ferito, vittima di tentato omicidio, che gli investigatori hanno scoperto le condizioni di sfruttamento all’interno dell’azienda. Le indagini – condotte dai Carabinieri del nucleo investigativo e coordinate dalla Procura – hanno portato ad individuare dodici lavoratori privi di soggiorno che venivano impiegati 12 ore al giorno, sette giorni su sette, con una retribuzione non congrua e in condizioni igienico-sanitarie precarie. Alcuni lavoratori erano anche costretti a dormire sul luogo di lavoro.
Nel rendere nota la notizia delle due ordinanze di custodia cautelare, la Procura lancia inoltre un appello a quanti si trovano nelle stesse condizioni, invitando a denunciare le condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti e ricordando che le norme vigenti consentono di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di giustizia, oltre a un programma di reinserimento sociale volto a garantire la stabile permanenza in Italia.