Due anni e otto mesi, senza l’aggravante del terrorismo. È la condanna inflitta al termine del processo in abbreviato all’anarchico pratese di 30 anni, accusato di attentato alla sicurezza dei trasporti e rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro per aver sabotato l’8 agosto 2023, una cabina elettrica, mandando in tilt per ore la circolazione ferroviaria sulla linea dell’Alta velocità Firenze-Bologna. Il guasto, secondo quanto poi ricostruito dalle indagini della polizia coordinate dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, era stato preceduto da una telefonata anonima, partita da una colonnina di soccorso nella tratta Ivice-San Pellegrino, che annunciava la presenza di una bomba nella Galleria di Scheggianico nel comune di Firenzuola.
Quasi un anno fa, nel marzo 2024, l’uomo era stato condannato a 2 anni di reclusione e a risarcire Rfi per sei attacchi incendiari contro la linea dell’alta velocità che collega Firenze a Bologna messi a segno, nei tratti passanti dalle località di San Piero a Sieve e Firenzuola, tra agosto e dicembre 2022. Anche in quel caso, era caduta l’aggravante del terrorismo. Sempre lui è indagato per tentato incendio alla stazione dei carabinieri di Borgo San Lorenzo la notte del 13 gennaio scorso. Per mettere a segno il suo progetto, manomise il dispositivo elettronico ed evase dai domiciliari, a cui era sottoposto per l’attentato dell’agosto 2023. Dopo qualche giorno fu sottoposto a fermo per indiziato di delitto con l’aggravante del terrorismo. Il gip non convalidò il fermo e non riconobbe l’aggravante di terrorismo, ma dispose la misura cautelare in carcere reputando che il 30enne potesse reiterare il reato.