Si è svolta all’Istituto Dagomari la presentazione di Scomodo, opera prima di Tommaso Fanucci, scrittore ventisettenne di Montecatini affetto da una grave forma di disabilità motoria. Ad incontrare l’autore, nell’auditorium della scuola, gli studenti delle classi terze e quarte dell’indirizzo Servizi per la sanità e l’assistenza sociale, che nella cura dell’altro, nel senso più ampio del termine, hanno il loro principale oggetto di studio. Oltre agli studenti erano presenti rappresentanti del mondo della scuola e dell’Università di Pisa, quella frequentata da Tommaso, e a moderare l’incontro Perla Giagnoni, dell’associazione Proteo Prato Pistoia e Barbara Davanzati del CGD di Prato.
“Basta pietismo: vi spiego cosa vorrei dalla scuola” è l’esordio di Tommaso, ma forse quello che avrebbe voluto, dato che ormai sta studiando per una laurea magistrale. Tuttavia l’esperienza scolastica è stata così tribolata e sofferta che Tommaso non ha voluto chiudere quel capitolo senza lasciare una testimonianza per chi percorrerà dopo di lui una strada simile alla sua: del resto, “le ferite sono solo socchiuse” per usare le parole di Tommaso.
Il libro vuol essere una guida per studenti, insegnanti e genitori verso la comprensione del fatto che la persona con disabilità va vista nella sua interezza e, come per ciascuno, vanno individuati limiti e potenzialità. “Mi dicevano che non avrei finito le medie – ha risposto Tommaso a una studentessa che gli chiede se sente riscattate le sofferenze sentite negli anni della scuola – oggi sono laureato”, una laurea in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione che consente a Tommaso di coltivare le sue grandi passioni per l’arte e per la relazione interpersonale.
Un incontro importante per gli studenti che hanno potuto toccare con mano un’esperienza di cui far tesoro nel loro percorso, che per molti sarà proprio nell’ambito della formazione e dell’assistenza. Ma un’occasione altrettanto importante per capire i passi avanti nella scuola per l’inclusione degli studenti con disabilità, un percorso che ha visto a Prato esperienze assolutamente pionieristiche.