Sull’esplosione nel deposito di Calenzano del 9 dicembre 2024, e rispetto a ricostruzioni di indagine rese note dalla procura di Prato, Eni spa ribadisce in una nota diffusa oggi di “non aver svolto alcuna attività di ostacolo alle indagini della procura” poiché “i documenti tecnici rinvenuti dalla procura stessa e datati successivamente all’incidente, gestiti da uno dei dipendenti Eni indagati, non rappresentano un’introduzione artificiosa post incidente di indicazioni di lavoro alla ditta manutentrice Sergen, ma esiti di un lavoro commissionato dopo l’evento da Eni alla ditta contrattista Dg Impianti volto a ricostruire tecnicamente il funzionamento impiantistico delle linee di circuito dei prodotti potenzialmente interessate dall’evento incidentale”.
“Tale documentazione – prosegue Eni -, datata in modo esplicito e trasparente 27 gennaio 2025, è stata inserita (in data 31 gennaio 2025) da Dg Impianti in una cartella condivisa, creata ad hoc e a cui avevano accesso Eni e la stessa Dg, e non Sergen. Peraltro, la documentazione tecnica fornita originariamente da Eni a Dg Impianti per svolgere il lavoro commissionato è la stessa messa a disposizione e acquisita dalle autorità nel corso delle indagini”.
Eni precisa inoltre che “la chiusura delle attività di rifornimento presso il deposito di Calenzano tra le 9 e le 15, ipotizzata dalla procura di Prato, non avrebbe comportato per Eni alcuna perdita economica ma solo una riorganizzazione delle attività di carico delle autobotti in altra fascia oraria o in successiva giornata”.