Non si arresta la scia di episodi violenti nel carcere di Prato e il sindacato autonomo polizia penitenziaria si appella al Sottosegretario alla Giustizia Del Mastro. “Due agenti sono finiti al pronto soccorso in seguito a un violento episodio verificatosi durante un video colloquio tra un detenuto e l’esterno”, è la denuncia di Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Il detenuto, colto mentre tentava di manomettere il dispositivo telefonico utilizzato per la comunicazione, ha reagito con furia al tentativo di intervento da parte dell’agente in servizio. Dopo aver rifiutato ogni forma di mediazione, l’uomo ha aggredito fisicamente i poliziotti, spintonandoli, lanciando una sedia contro uno di loro e sputando in faccia ai presenti. I due agenti, feriti, sono stati soccorsi e trasportati in ospedale”.
“Questa non è che l’ennesima aggressione all’interno dell’istituto pratese, dove si registra ormai una sistematica escalation di violenza”, rimarca il sindacalista. “Gli episodi si susseguono con tale frequenza che diventa difficile anche solo documentarli tutti. Il personale è stremato, abbandonato a sé stesso in un clima emergenziale che si protrae da troppo tempo. La percezione di impunità tra i detenuti è allarmante e contribuisce a una pericolosa escalation, rendendo ogni giorno più difficile e rischioso il lavoro delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria. Non solo il personale in divisa, ma anche quello civile è ormai esposto a continui abusi verbali e aggressioni fisiche”. Il Sappe denuncia con forza “questa situazione ormai fuori controllo e chiede un intervento urgente, concreto e risolutivo da parte delle autorità competenti. Se non arriveranno risposte immediate, saremo costretti a valutare iniziative forti per tutelare la sicurezza e l’incolumità degli agenti”, conclude Oliviero.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, chiede una visita a Prato da parte del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. “Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi e il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza. Chiediamo anche per la Polizia Penitenziaria la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione” dice Capece.