8 Maggio 2025

Omicidio e occultamento cadavere di Said Jador, le motivazioni della sentenza

Il 51enne marocchino Abdelhadi Hajjaj è stato condannato a 14 anni e 10 mesi: la spartizione del bottino di una rapina il movente individuato


La lite sulla spartizione di 2000 euro, bottino di una rapina commessa alcuni giorni prima ai danni di un cittadino cinese, è il movente individuato per l’omicidio di Said Jador, tunisino di 36 anni, il cui cadavere fu trovato parzialmente bruciato in un capannone in stato di abbandono in via San Paolo il 9 maggio 2023. Il giudice per le udienze preliminari di Prato ha depositato le motivazioni della sentenza con cui a dicembre scorso ha condannato in rito abbreviato a 14 anni e 10 mesi il 51enne marocchino Abdelhadi Hajjaj, per omicidio e per vilipendio e occultamento di cadavere.
Il delitto è avvenuto nell’appartamento in cui entrambi vivevano in subaffitto in via Galcianese. Fatali a Said sono stati i colpi inferti alla testa con un corpo contundente. Successivamente, per cancellare le prove, l’abitazione era stata ritinteggiata e il cadavere dell’uomo trasportato nel capannone abbandonato. Qui Abdelhadi Hajjaj avrebbe provveduto a bruciare la testa della vittima e a nascondere il corpo in una buca, coprendolo con calcinacci e materiale edile di risulta. La vittima – alle cui ricerche si interessò anche il programma tv Chi l’ha visto? – fu ritrovata 3 settimane dopo la scomparsa, grazie alle indagini della squadra mobile, che passò al vaglio tabulati e intercettazioni telefoniche e ascoltò diversi testimoni. Durante le indagini è emerso che il cittadino cinese vittima della rapina riuscì a recuperare i documenti che gli erano stati sottratti interessando un soggetto di nazionalità albanese dietro pagamento di 200 euro.