Prato ha ringraziato il vescovo Agostinelli per i sette anni di episcopato. Il sindaco ha chiesto per lui la cittadinanza onoraria FOTO
«Ringrazio tutti voi, abbiamo stretto legami di amicizia che mi porterò dietro. Ora si tratta di voltare pagina: cambiano i volti, i ruoli, ma la nostra Chiesa rimane». Con voce commossa monsignor Franco Agostinelli ha salutato così la diocesi e la città di Prato. Questo pomeriggio nella cattedrale di Santo Stefano la comunità ecclesiale si è stretta attorno al vescovo che ha guidato la Chiesa pratese negli ultimi sette anni e che adesso si appresta a consegnare il pastorale al successore monsignor Giovanni Nerbini. Il passaggio di testimone avverrà sabato prossimo, 7 settembre, vigilia della «Madonna della Fiera», la festa della città, mentre oggi pomeriggio c’è stata la messa di ringraziamento e saluto al vescovo Franco, che lascia la cattedra per raggiunti limiti di età, come prevede il diritto canonico.
La funzione è stata concelebrata da sessanta sacerdoti diocesani e dieci diaconi. Presente anche il vescovo emerito di Lucca Italo Castellani, amico fraterno di Agostinelli e suo compagno di seminario ad Arezzo. Davvero tanti i fedeli che hanno affollato la cattedrale in rappresentanza di tutte le parrocchie della diocesi.
In prima fila le istituzioni cittadine, con il sindaco Matteo Biffoni che al termine della messa, nel prendere la parola per un saluto, ha annunciato l’attivazione dell’iter per il riconoscimento della cittadinanza onoraria a monsignor Agostinelli. «Ho fatto questa richiesta al Consiglio comunale – ha detto Biffoni – perché Franco è un amico di questa città. La cittadinanza è un simbolo, si può essere amici senza essere cittadini, ma chi ha dedicato un pezzo importante della sua vita a questa città, assieme ai parroci, ai fedeli, supportando le istituzioni, deve essere ringraziato con la cittadinanza». Nel suo discorso il sindaco ha ringraziato il vescovo per la sua continua vicinanza alla comunità e perché si è fatto interprete dei bisogni della gente: «ci hai dato sicurezza e sei stato un punto di riferimento per noi. Sotto la tua guida la diocesi non ha mai rinunciato a dire la propria, ha portato proposte e non si è mai tirata indietro nel risolvere i problemi di una comunità di frontiera come la nostra». Biffoni ha inoltre sottolineato come «nel rispetto assoluto dei compiti e dei ruoli non sia mai mancato il confronto, pubblico e privato. Abbiamo sempre lavorato con lo stesso comune obiettivo di guardare al bene della città». Il Vescovo si è detto «onorato di ricevere la cittadinanza» e dopo aver ricordato che rimarrà comunque incardinato nella diocesi di Prato, con un sorriso ha detto: «quando sono ad Arezzo mi dico: cosa ci faccio qui?». E l’assemblea ha sottolineato questa frase con un forte applauso.
All’inizio della celebrazione ha preso parola il vicario Nedo Mannucci: «Eccellenza – ha detto a monsignor Agostinelli indicando la cattedrale piena di fedeli – ecco davanti a lei la sua amata Chiesa di Prato. Quella Chiesa che prendendo una sua suggestiva espressione ha chiamato “nostra passione missionaria”. Si senta accompagnata dai nostri sguardi in questo luogo dove lo sguardo di Maria è sempre su di noi». Il Vicario poi ha voluto ricordare due momenti, «due eventi che le hanno fatto sentire il sapore di una Chiesa bella»: la visita di papa Francesco, dove c’è stata «una città gioiosamente unita e ridestata da quella presenza», e la visita pastorale, «dove ha potuto sentire l’amore del nostro popolo».
A nome della diocesi uno degli undici sacerdoti ordinati da Agostinelli durante il episcopato, il prete novello don Reji Vechoor, ha consegnato al vescovo la statua della Madonna col Bambino di Giovanni Pisano, fedele riproduzione di quella che si trova nella Cappella del Sacro Cingolo. «Un segno che manifesta un legame con Prato», ha concluso mons. Mannucci.
Nella sua omelia Agostinelli ha fatto molti ringraziamenti. In particolare si è rivolto ai sacerdoti: «siete stati la mia famiglia». A loro è arrivato l’invito a essere sempre «testimoni con la vostra vita». Alle istituzioni, presenti con le rappresentanze dei Comuni di Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo e Montemurlo (che appartiene alla vicina diocesi di Pistoia), il Vescovo detto di essere soddisfatto per il cammino svolto insieme, compiuto sempre con «lealtà e nel rispetto dei ruoli; abbiamo avuto un solo obiettivo: il bene comune della gente». In chiesa c’erano il questore Alessio Cesareo, il presidente della Provincia Francesco Puggelli, la parlamentare Erica Mazzetti, il consiglieri regionali Nicola Ciolini, Ilaria Bugetti e i rappresentanti delle forze dell’ordine.
La messa si è conclusa con un omaggio alla Madonna del Sacro Cingolo da parte del vescovo Agostinelli e con un momento conviviale aperto a tutti i fedeli presenti in chiesa che si è tenuto nel chiostro di San Domenico.
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