Incontro a porte chiuse al circolo di Vergaio. Il partito sceglie la tregua e la compattezza. Circa un centinaio i presenti e tantissimi sono gli iscritti a parlare, la discussione prosegue domani sera a Galciana
Nessuna resa dei conti, nessun passo indietro, ma spazio alla discussione interna per capire come traghettare il Pd nella nuova – e inedita – fase di un Comune commissariato e di elezioni anticipate dopo le dimissioni della sindaca Bugetti. Ieri sera al circolo di Vergaio, a porte chiuse, si è tenuta la direzione provinciale del Partito democratico di Prato, composta da 87 membri, ai quali si sono aggiunti i segretari dei circoli. In tanti, e c’era da immaginarlo, gli iscritti a parlare, tanto che giovedì sera, questa volta al circolo di Galciana, si proseguirà nel dibattito e arriveranno le conclusioni del segretario provinciale Marco Biagioni.
L’incontro di ieri sera si è aperto con la relazione introduttiva di Biagioni, nella quale, dopo un passaggio sulla assunzione della “piena responsabilità del percorso che ci ha condotti fin qua e del momento politico estremamente serio che stiamo attraversando”, ci sono stati numerosi attacchi alle forze di destra, definite “sciacalli”. “Forze che non devono insegnarci nulla sulla legalità e che sono zeppe di condannati e inquisiti”, ha detto il segretario. “Noi non ci sottraiamo alle verifiche di legalità della magistratura e i nostri dirigenti, se chiamati, risponderanno delle loro azioni nelle sedi opportune”. Biagioni ha detto di provare “una forte preoccupazione per la città, e per il destino del centrosinistra nel nostro territorio. Da destra si attacca una comunità politica per attaccare Prato, le sue Istituzioni, la sua storia” e poi ha smentito l’esistenza di un “sistema Pd” evocato dai partiti di centrodestra all’indomani della notizia dell’inchiesta su Bugetti, esiste invece, secondo il segretario il “sistema destra”, attraverso il quale si vuole “affondare una città pur di ottenere il potere. Siamo di fronte al potere per il potere, a qualsiasi costo. Nessuna idea, nessuna soluzione, solo fango; non verso il Pd, ma verso un’intera città. Il sistema del fango”.
Poi un passaggio sul commissario prefettizio che sarà nominato dal Ministero dell’interno quando le dimissioni di Bugetti diverranno irrevocabili: “vigileremo con grande attenzione perché servirà una figura di grande esperienza, capace di essere subito operativa”, ha detto Biagioni, annunciando poi di aver “dato indicazione ai nostri amministratori di agevolare il più possibile i passaggi di consegne, con l’obiettivo di evitare l’interruzione di progetti e servizi che erano già in cantiere”.
Il segretario annuncia che il Pd è pronto “ad andare al voto anche domani, forti delle nostre idee e dei nostri valori. Il punto è la città non il Partito Democratico. La destra oltre ad attaccarci quali idee ha per Prato? Qual è la visione?”. Biagioni rilancia il campo largo, formato da Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra e liste civiche moderate, “l’unica strada possibile per battere Giorgia Meloni e le destre”.
All’incontro di ieri sera era assente Ilaria Bugetti, erano presenti invece Simone Faggi e Matteo Biffoni, che non hanno preso la parola. Gli interventi, pur se con toni diversi, hanno invitato all’unità ma anche a proseguire una seria riflessione interna. In molti si sono lamentati del ritardo nella convocazione della direzione provinciale, strumento poco usato dal partito negli ultimi tempi. Dopo le elezioni regionali, in programma in autunno, si aprirà la fase congressuale del partito e a quel punto divergenze, mal di pancia e movimenti correntizi non saranno più rinviabili.