Da oltre vent’anni da quando la Regione Toscana ha assunto la titolarità dell'arteria. Il consigliere: "Siamo ancora in attesa dello studio di fattibilità per un nuovo tracciato"
Gli archivi cartacei della Provincia sono inaccessili. A denunciarlo è il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, che nelle scorse settimane ha presentato un formale accesso agli atti agli uffici della Provincia di Prato, per ottenere una panoramica completa di tutti gli interventi e dei relativi costi sostenuti sulla SR 325 dai primi anni 2000 ad oggi. “Ritengo che prima di parlare di opere pubbliche occorra sempre partire dai dati, come dovrebbe fare ogni amministratore serio. Ma la risposta che ho ricevuto è sconcertante: gli archivi cartacei, ci viene detto, sono inaccessibili perché danneggiati dall’alluvione del 2023 e collocati in crioconservazione; saranno consultabili soltanto dopo la loro digitalizzazione, prevista non prima del luglio 2026” afferma Cocci, secondo il quale “nel 2025 una cosa del genere è inaccettabile”.
“La digitalizzazione degli archivi pubblici è un obbligo di legge da anni, e risposte del genere dimostrano in modo lampante quanto siano indietro, non solo sul piano infrastrutturale ma anche su quello amministrativo, coloro che in questi decenni hanno avuto in mano la gestione della SR 325 – aggiunge Cocci -. Sono passati oltre vent’anni da quando la Regione Toscana ha assunto la titolarità di questa arteria, e siamo ancora in attesa dello studio di fattibilità per un nuovo tracciato. Uno studio che sarebbe dovuto essere avviato e completato nei primi anni 2000, non oggi. Se non si è in grado nemmeno di recuperare gli archivi, è evidente che non si è in grado nemmeno di pianificare un’opera strategica come questa”.
Sul tema intervengono anche i coordinatori comunali di Fratelli d’Italia della Vallata: Emanuela Paci (Vaiano), Emanuele Millo (Vernio) e Christian Gramigni (Cantagallo). In una nota congiunta dichiarano: “Dopo oltre vent’anni di gestione regionale, siamo ancora fermi al punto di partenza. E questo è tanto più grave se si considera che lo studio di fattibilità, ad oggi ancora non pervenuto, doveva essere il primo atto da fare all’inizio degli anni Duemila. È evidente che, se i tempi sono questi, forse vedremo un nuovo asse viario tra vent’anni. Intanto, ogni giorno decine di migliaia di persone percorrono questa arteria per lavoro, studio o necessità: tra loro ci sono migliaia di lavoratori del distretto tessile, ma anche tante aziende che dipendono da questa viabilità per la logistica, la produzione e il commercio. Tutti penalizzati da un’infrastruttura ormai non più adeguata alle esigenze attuali di mobilità e sviluppo economico”.