E’ scoppiata anche a Prato – come già accaduto in altri penitenziari italiani – la rivolta dei detenuti a seguito delle restrizioni ai colloqui per l’emergenza Coronavirus. Alcuni carcerati della quarta sezione sono usciti dalle celle e hanno brandito armi di fortuna. La rivolta si è rapidamente estesa e vi hanno preso parte duecento detenuti, i quali hanno forzato un cancello accedendo ad un cortile interno. Le grida dei rivoltosi sono state distinguibili a centinaia di metri di distanza. I detenuti hanno dato alle fiamme materassi e suppellettili all’interno delle celle, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Sul posto sono giunte decine di pattuglie delle forze dell’ordine, che hanno circondato il penitenziario per prevenire eventuali evasioni. Un elicottero ha sorvolato a lungo la zona.
I detenuti chiedono misure per il contenimento del contagio da Covid-19 nei penitenziari, provvedimenti che vadano oltre la sospensione delle visite dei familiari e delle tende per il triage allestite davanti ad alcune case di pena, nove in Toscana. Nel carcere si è svolta una trattativa tra dirigenti della polizia penitenziaria, della polizia di Stato e reclusi in rivolta, finché tutti non sono rientrati nelle celle. Secondo quanto appreso gli incendi e i principi di roghi nelle celle sono stati domati. Non risultano, al momento, feriti eccezion fatta per due agenti della penitenziaria che sarebbero rimasti leggermente intossicati in seguito al fumo causato dagli incendi. Dopo due ore di crisi, la situazione è tornata sotto il controllo delle autorità.