Il sindacato Osapp: "Sedati disordini nella sezione media sicurezza". Per il Sappe di tratta dell’ennesimo campanello d’allarme
Una violenta rivolta si è verificata nella giornata di sabato 5 luglio nella sezione di Media Sicurezza del carcere di Prato. I detenuti coinvolti sarebbero stati una decina. A denunciarlo è il sindacato Osapp. “La rivolta è stata particolarmente grave: i detenuti hanno utilizzato brande come arieti per sfondare i cancelli di sbarramento, barricandosi successivamente nella sezione per impedire l’ingresso degli agenti. Gli arredi sono stati distrutti, i blindati resi inutilizzabili e le suppellettili scagliate contro i muri, causando ingenti danni al penitenziario” afferma il sindacato. “È stato necessario richiamare in servizio il personale a riposo e far intervenire i reparti specializzati contro le rivolte per riportare l’ordine”.
Il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci, esprime “forte preoccupazione per quanto accaduto”.
“I nostri poliziotti dimostrano quotidianamente grande spirito di sacrificio, orgoglio e coraggio nel gestire situazioni di estremo rischio per la loro incolumità – aggiunge Beneduci -. Non possono però essere lasciati soli ad affrontare le conseguenze di decisioni gestionali inadeguate che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti, cittadini compresi”.
Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria esprime pieno compiacimento per l’intervento della Polizia Penitenziaria in occasione dei gravi disordini. Il segretario del SAPPE della Toscana Francesco Oliviero spiega che “la situazione, estremamente delicata e ad alto rischio, è stata riportata alla normalità senza alcuna conseguenza fisica, né per il personale né per i detenuti. Un’azione impeccabile, frutto di professionalità, compattezza e rapidità di esecuzione, che merita il plauso e il rispetto di tutti. Come sindacato, sottolineiamo l’eccellenza operativa del personale intervenuto, che ha dimostrato ancora una volta lo spirito di sacrificio e la dedizione assoluta verso il servizio, mettendo da parte persino i propri momenti familiari per rispondere all’emergenza”.
“L’episodio di ieri è l’ennesimo campanello d’allarme”, conclude Oliviero: “il carcere di Prato resta un istituto caldo e critico, dove la carenza cronica di personale e la pressione operativa costante non possono più essere ignorate. È evidente, sotto gli occhi di tutti, che servono uomini, mezzi e risposte concrete da parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Il personale di Prato ha dimostrato di essere di altissimo profilo umano e professionale, ma non può essere lasciato solo. Servono rinforzi, investimenti e una visione chiara per evitare che situazioni simili sfuggano un giorno al controllo”.