9 avvisi fine indagine per la rivolta del 5 luglio scorso. Proseguono gli esami sul detenuto trovato morto in cella
La procura di Prato ha concluso la prima tranche di indagini sull’introduzione di cellulari e droga nel carcere della Dogaia, struttura per gli inquirenti caratterizzata da un “pervasivo tasso di illegalità”. Lo rende noto la procura: 33 in tutto gli indagati, tutti detenuti, 41 gli apparecchi tra cellulari, microcellulari e smartwatch oltre a due schede telefoniche introdotti e usati nei reparti di alta e media sicurezza da reclusi italiani, albanesi, macedoni, georgiani e filippini. Contestati anche due episodi di introduzione di cocaina e hashish, rinvenuti in un caso in contenitore di sugo alla carne, nell’altro nella camera di sicurezza.
La procura rende noto anche che ieri sono stati trovati in un pacco di abiti destinato a un recluso altri 5 grammi di hashish, 40 invece erano stati scoperti in un frigo sabato scorso e il 17 luglio altri 5 sono stati rinvenuti in una cella.
La procura ha proceduto anche alla notifica dell’avviso di conclusione indagini per la rivolta avvenuta il 5 luglio scorso nel carcere pratese: gli indagati sono nove detenuti di nazionalità albanese, marocchina, italiana e polacca. Ai disordini ha partecipate anche il detenuto rumeno trovato morto il 18 luglio nella camera di sicurezza dove era in isolamento. Un decesso sospetto, per il quale la procura avrebbe escluso l’ipotesi di suicidio. La morte, si spiega nella nota diffusa oggi, è avvenuta “per arresto cardiaco come risulta dall’autopsia” ma sono ancora in corso accertamenti tossicologici per capire le cause.