26 Luglio 2025

Maxi-frode con i bonus edilizi, arrestato commercialista

Il professionista di Lucera avrebbe architettato un sistema di società e fatture false per alimentare il mercato dei crediti fiscali da 6 milioni di euro

E’ finito agli arresti domiciliari, in applicazione di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari ed eseguita dalla Guardia di Finanza di Cesena, il commercialista 56enne di Lucera, in provincia di Foggia, indagato per una maxi-truffa ai danni dello Stato nel settore dei bonus edilizi. L’uomo, che deve rispondere anche dei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio, aveva già subito il sequestro preventivo dei crediti fiscali presenti nelle due società a lui riconducibili. Il commercialista è ritenuto la figura centrale della truffa, che a fronte di interventi di recupero del patrimonio edilizio mai realizzati, era riuscito a generare crediti fiscali per circa 2,5 milioni di euro in capo ad una persona di lì a poco defunta, un pensionato di Foggia, che aveva lavorato in Telecom, al quale il commercialista aveva intestato una società operante nel settore dell’edilizia, acceso un conto corrente on line ed una casella di posta elettronica certificata, oltre a mail e utenza telefonica. L’obiettivo finale era quello di generare un mercato fraudolento di crediti fiscali da cedere a terzi. L’inchiesta della Procura di Prato ha consentito alla fine del 2023 di sequestrare ben 6 milioni di euro di crediti fittizi e successivamente di arrestare 3 soggetti, con il coinvolgimento di oltre 40 persone residenti in tutta Italia. Per evitare di asseverare le operazioni di cessioni del credito e superare gli alert automatici del fisco, il commercialista, nonostante il titolare della società fosse già morto, aveva inserito nei cassetti fiscali di oltre 500 persone fisiche, per lo più residenti a Lucera e totalmente ignare delle operazioni di edilizia libera, dei crediti di singolo importo inferiore a 10.000 euro. Tra queste, figuravano anche persone minorenni ed altre decedute. Parte dei crediti di imposta fasulli, secondo l’accusa, sono stati utilizzati dallo stesso commercialista per una società a lui riconducibile. Al professionista è stato sequestrato anche un orologio Rolex del valore di 20.000 euro.