Diario da Roma, i giovani pratesi: portare nel cuore la bellezza
Ieri è arrivato nella capitale il vescovo Giovanni, che si è unito al gruppo della Diocesi di Prato. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni ragazzi partecipanti al Giubileo. Tra incontri significativi e visite alle bellezze della città, l'esperienza si sta dimostrando ricca di fede e fraternità
La nostra giornata a Roma è iniziata con il ricordo della stanchezza, le emozioni e le attività del giorno precedente. Dopo la partecipazione alla Santa Messa insieme a tutti i ragazzi della nostra Diocesi c’è stato un momento di profonda unione spirituale che ci ha permesso di iniziare la giornata con il cuore aperto e lo sguardo rivolto a ciò che conta davvero.
Conclusa la celebrazione, ci siamo messi in cammino per visitare alcuni dei luoghi più significativi della città. Abbiamo ammirato l’imponenza del Colosseo, attraversato i Fori Imperiali veri custodi della storia millenaria di Roma – e ci siamo fermati davanti alla maestosa bellezza dell’Altare della Patria. Subito dopo la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, dove arte, spiritualità, silenzio e l’ammirazione dei pellegrini e visitatori ci hanno accolti in una atmosfera di profondo raccoglimento.
Ieri pomeriggio abbiamo avuto la gioia di essere raggiunti dal nostro vescovo Giovanni Nerbini con il quale ci siamo recati all’Abbazia delle Tre Fontane, un luogo carico di memoria, dove – secondo la tradizione – fu martirizzato San Paolo. Ad accoglierci è stato padre Manuel, un frate trappista che ci ha guidati in una riflessione intensa e profonda sul significato del Giubileo. Attraversare la Porta Santa, ci ha spiegato, non è solo un gesto simbolico, ma un’esperienza capace di sanare le ferite interiori e rafforzare le parti più fragili di ciascuno di noi.
Abbiamo poi vissuto un piccolo ma toccante Giubileo all’interno della cappella dove è custodito il palo sul quale, secondo la tradizione, l’apostolo Paolo fu decapitato. È stato un momento di grande silenzio e preghiera, che ci ha aiutati a sentire più da vicino la testimonianza viva della fede. La giornata si è conclusa con la preghiera dei Vespri in un parco lì vicino, dove, immersi nella quiete della natura e nella luce calda del tramonto, abbiamo affidato a Dio tutto ciò che abbiamo vissuto, portando nel cuore la bellezza di una giornata ricca di storia, fede e fraternità e la gioia di questa esperienza di condivisione di fede mondiale che è il Giubileo.
Costanza, Emanuele, Emma e Pietro
Il gruppo di Azione Cattolica
Quando abbiamo saputo della possibilità di essere coinvolti in un servizio attivo durante la settimana del Giubileo, come gruppo di Azione Cattolica ci siamo sentiti chiamati a partecipare e vivere un’esperienza concreta di carità, sulle orme anche del beato Pier Giorgio Frassati, esempio caro alla nostra associazione di costante dedizione per il prossimo.
Abbiamo così avuto l’opportunità di iniziare il Giubileo con il servizio, passando il primo pomeriggio a Roma presso Casa di Cristian, centro di pronta accoglienza per madri con figli o in dolce attesa e in stato di disagio abitativo.
In linea con la proposta esperienziale dell’Azione Cattolica, attraverso il gioco, ci siamo fatti strumento di Dio, cercando di portare Luce di Speranza negli occhi di questi bambini e ragazzi, di cui ci rimarrà un ricordo indelebile: da diffidenti a commossi e desiderosi di altro tempo insieme.
Altra Grazia vissuta in questi primi giorni di Giubileo è stato il momento in cui ci siamo immersi nella proposta di catechesi di Azione Cattolica, che si inserisce nel quadro del programma ufficiale predisposto dal Dicastero per l’Evangelizzazione “12 Parole per dire Speranza”.
“Responsabilità”, la parola che ha guidato le testimonianze di giovani soci e le catechesi dei vescovi Giuliodori e Anselmi. A seguire due talk interattivi per approfondire i temi non scontati della pace e della speranza. La sera si è conclusa con una Veglia di Preghiera in piazza tutti insieme.
Come sempre è stato bello sentirsi a casa, ritrovando volti amici sparsi per tutta Italia con cui si condivide il dono più grande: la fede.
Irene Vacirca e il gruppo di Azione Cattolica Prato