4 Agosto 2025

Criminalità cinese, eseguiti 13 arresti in tutta Italia. Blitz anche a Prato

Droga, sfruttamento della prostituzione, rapina e tentata estorsione. Questi i reati contestati agli arrestati

Ha interessato anche Prato, città simbolo della presenza cinese in Italia, l’operazione ad “alto impatto” condotta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Un blitz che ha coinvolto contemporaneamente 25 province italiane, con l’obiettivo di smantellare reti criminali dedite a immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e del lavoro, traffico di droga, contraffazione e detenzione abusiva di armi.
Il bilancio dell’operazione, a cui ha collaborato anche la squadra mobile di Prato, è pesante: 13 arresti, 31 denunciati, oltre 73mila euro di sanzioni amministrative, e quasi 23mila euro sequestrati in contanti. Trovati anche 550 grammi di shaboo, la micidiale droga sintetica, pari a circa 5.500 dosi.
Le indagini hanno messo in luce la struttura e la forza dei gruppi criminali cinesi operanti in Italia: cellule autonome ma tra loro collegate, spesso formate da soggetti provenienti dalla stessa zona della Cina o persino dalla stessa famiglia. Realtà chiuse, dove vige la legge dell’omertà e il concetto di vendetta può sfociare in vere e proprie faide interne. Secondo gli inquirenti, questi gruppi non esitano a ricorrere alla violenza o alle armi da fuoco per affermarsi sul territorio. A questo proposito è stata documentata la presenza di una vera e propria “ala armata” della delinquenza di matrice cinese, con il compito di intimidire e compiere gravi reati di sangue.
A destare particolare allarme è anche il ricorso al cosiddetto hawala, un sistema clandestino di trasferimento di denaro che consente di far viaggiare milioni di euro da un continente all’altro, fuori da ogni circuito legale. Uno strumento prezioso per il riciclaggio e il pagamento di partite di droga o tratte di migranti.
Le attività investigative in corso su tutto il territorio nazionale e quelle di acquisizione di informazioni hanno confermato che la criminalità cinese gestisce i propri affari illeciti in un costante “dialogo” con altri gruppi di nazionalità diverse, anche italiani. Tale dialogo permette di spartire affari e territori di interesse.
Tra i 13 arrestati, quattro sono finiti in carcere per reati legati agli stupefacenti, due per sfruttamento della prostituzione e uno per tentata estorsione. Sei erano ricercati da tempo, uno di loro per rapina aggravata.