7 Agosto 2025

Droga in carcere, 14 sequestri in 11 mesi: cocaina e hashish anche nei doppifondi delle scarpe

Lo stupefacente veniva introdotto con metodi ingegnosi: nascosto in cibo e indumenti, oppure ingerito

Sono stati quattordici i sequestri di droga all’interno del carcere della Dogaia nell’arco di 11 mesi, dal settembre 2024 al 18 luglio scorso. L’indagine della Procura di Prato, con il supporto del nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria e della squadra mobile, vede indagati alcuni detenuti di nazionalità marocchina, tunisina e di Santo Domingo, i quali riuscivano a mantenere i contatti con l’esterno e a sfruttare la libertà di movimento e i permessi premio per approvvigionarsi della droga. Lo stupefacente, cocaina e hashish, per pesi variabili dai 4 ai 40 grammi, sono stati fatti entrare in carcere nelle modalità più ingegnose: occultati nelle parti intime dei familiari recatisi a colloquio, nascosti nella corrispondenza dei detenuti, all’interno di indumenti, in confezioni di dolci sigillati, nei cioccolatini, in altri generi alimentari, fra cui un pezzo di formaggio, nell’addome di un detenuto al rientro dal permesso, nelle celle, ma anche nell’ascensore del reparto di alta sicurezza, e in una sala comune del carcere. Un detenuto era perfino riuscito a creare dei doppifondi nelle scarpe dove occultare la droga.
Inoltre 45 grammi di droga suddivisi in dosi sono state sequestrate all’interno della Casa Jacques Fesch’, la struttura di via Pistoiese creata nel 1990 dalla Caritas per dare un tetto a quei detenuti che hanno ottenuto un permesso premio, ma non hanno un posto dove stare. A consentire il sequestro della droga era stato il direttore della Caritas don Enzo Pacini, che aveva informato la polizia penitenziaria subito dopo che lo stupefacente era stato rinvenuto durante le pulizie all’interno della Casa.