Dalle prime ore dell’alba i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Firenze stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 persone di etnia marocchina per associazione a delinquere finalizzata all’acquisto, importazione e illecita detenzione di cocaina.
Uno degli arrestati è residente a Prato, altri due sono domiciliati tra Prato e Carmignano.
L’attività è nata a giugno del 2019 dall’arresto di uno degli associati – ora latitante per essere evaso dai domiciliari dopo aver rotto il braccialetto elettronico – trovato all’epoca in possesso di più di 1 chilo di cocaina.
Le successive indagini hanno permesso di individuare la struttura gerarchica interna dell’associazione, ricostruendo la precisa suddivisione dei ruoli e dei compiti e di localizzare le strutture (garage, abitazioni, ma anche aree di parcheggi) adibite allo stoccaggio della merce e al confezionamento delle dosi.
In particolare, il promotore e direttore dell’organizzazione – che aveva un suo cugino come braccio destro – si occupava di mantenere i contatti con i fornitori, di ricevere le richieste degli acquirenti, di contabilizzare i pagamenti, di remunerare i collaboratori addetti alle vendite; provvedeva anche a pagare le spese di vitto, alloggio e quelle legali dei venditori, mentre i suoi 4 fratelli si occupavano della vendita della sostanza ai singoli pusher e ad altri 2 soggetti, anch’essi tra loro fratelli, col ruolo di cassieri e custodi del denaro.
Le attività delle Fiamme Gialle hanno poi ricostruito la rete di altri spacciatori, anch’essi per lo più di origine marocchina o albanese, che ha portato all’arresto di altri 3 soggetti che, comprata la sostanza stupefacente dall’organizzazione, erano in procinto di rivenderla ai consumatori dopo averla tagliata.
Grazie ai filmati delle telecamere installate all’interno di un’auto degli arrestati – utilizzata solo come deposito di droga e denaro e mai spostata – è stato possibile individuare il meccanismo di apertura di un doppio fondo collocato sul cruscotto, in cui venivano nascosti i panetti, da circa 1 chilo di cocaina.
Sei degli otto associati, pur non avendo lavoro o percependo reddito, conducevano una vita agiata, disponendo di 3 abitazioni in affitto, 3 auto di grossa cilindrata e 4 scooter.
Nel corso delle indagini la guardia di finanza ha sequestrato 10 chili di cocaina pura tra novembre 2019 e febbraio 2020, pari ad almeno 20.000 dosi per un valore sul mercato di più di 1 milione di euro. La droga veniva spacciata tra Prato e Firenze.