29 Settembre 2025

Immigrazione, Logli e Martini fuori dalla Questura: “Basta notti al gelo per un documento”

Ieri sera a Prato il flash mob per dire no alle code disumane per i permessi di soggiorno

Domenica sera sono state duecento le persone che hanno partecipato al presidio ‘Il prezzo di un foglio di carta’ davanti alla Questura di Prato, dove Marta Logli e Marco Martini, candidati del Partito Democratico al Consiglio Regionale della Toscana, hanno denunciato la situazione disumana che ogni settimana costringe centinaia di donne e uomini a dormire per strada in attesa dell’apertura degli uffici per richiedere o rinnovare i permessi di soggiorno. Al presidio – fa sapere i due candidati – hanno preso parte rappresentanti delle comunità pakistana, bengalese, ivoriana, cinese, albanese e di tante altre nazionalità che compongono il tessuto sociale pratese. Numerosi gli interventi che hanno chiesto un sistema diverso, più umano e rispettoso della dignità delle persone. Toccanti le testimonianze di chi ha raccontato le notti passate al gelo davanti agli uffici, l’umiliazione subita dai bambini costretti ad accompagnare i genitori, e di come i permessi di soggiorno diventino strumento di ricatto e sfruttamento. Sono emerse storie di persone che vivono in Italia da 25 anni e ancora non hanno ottenuto la cittadinanza, intrappolate in un sistema burocratico che le trattiene in una condizione di precarietà permanente, anche per la difficoltà di ottenere e mantenere la residenza.

“Ho fortemente voluto questo momento per usare lo spazio della campagna elettorale per portare luce su questo annoso problema, che associazioni del territorio, sindacati, cittadini denunciano da decenni: che non si dica che si è normalizzato, che ci siamo arresi a questo”, ha dichiarato Marta Logli. “Quello che vediamo fuori dalla Questura è inaccettabile, ed è solo la punta dell’iceberg di un sistema di ingiustizia, esclusione e criminalizzazione che è la mala regolamentazione e gestione del fenomeno migratorio in Italia. A Prato questo colpisce il 25% dei pratesi. Consci della situazione, e del fatto che le soluzioni ci sono, non possiamo restare in silenzio”. Per questo la candidata dem ha voluto chiudere il presidio con un flash mob simbolico, con le torce tenute in alto dai partecipanti: “Perché questo tema non cada di nuovo nel buio”.

Marco Martini, che già aveva portato la proposta in Consiglio Regionale e che ha rilanciato l’iniziativa in questa campagna elettorale, ha ribadito la fattibilità di soluzioni concrete: “Il decentramento amministrativo dei rinnovi è una risposta di civiltà che può essere realizzata. Non possiamo accettare che nel 2025 ci siano ancora persone costrette a dormire per strada per un documento. La Regione può e deve fare la sua parte per garantire dignità e diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza. Le soluzioni ci sono, e intendiamo portarle in Regione perché in nessuna città si debba più vivere nella precarietà quando altro non si vuole che una vita normale”.

L’iniziativa non ha mancato di scatenare reazioni nel centrodestra.

“Durante la scorsa legislatura comunale, giunta Bugetti, è stata fatta una proposta dal Pd assolutamente insensata, assurda e demagogica, delegare il Comune di Prato al rinnovo e al rilascio dei permessi di soggiorno. Anche questa proposta è frutto di una vera demagogia da parte del Pd – ha commentato l’ex assessore alla sicurezza Aldo Milone – Non si rende conto che il rilascio di un permesso di soggiorno richiede da parte della Questura un’attività di informazione sui singoli richiedenti, alcune anche molto riservate, che non possono nella maniera più assoluta essere delegate al personale del Comune. Forse il Pd crede che il rilascio di un permesso di soggiorno si limiti ad un pezzo di carta da consegnare al richiedente. Se non viene attivata una fase informativa efficace, si rischia di ospitare nel nostro Paese, in questo caso nella nostra città, anche potenziali terroristi soprattutto islamici”.

Sul tema è intervenuto anche l’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia Cosimo Zecchi
“Non si può affrontare un tema tanto delicato con azioni dimostrative fini a sé stesse. Le code per i permessi di soggiorno sono il riflesso di un sistema più ampio. Decentralizzare questa attività, oltre che impossibile perchè di competenza dello Stato, è inopportuno dato che il sistema pratese è aggravato dalla presenza invasiva della criminalità organizzata, che proprio sul controllo dei flussi migratori ha una delle sue principali fonti di potere. È evidente che le competenze in materia debbano restare a livello nazionale, dove possono essere garantiti strumenti e mezzi adeguati, non certo attraverso passerelle locali.”