11 Ottobre 2011

Smantellata una banda dedita all’estorsione e all’usura con base anche a Prato


Aveva ramificazioni anche a Prato la banda specializzata in estorsioni e usura smantellata stamani dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Firenze nei confronti di 12 persone. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni e usura, aggravati dall’’utilizzo del metodo mafioso. Il blitz delle Fiamme gialle fiorentine, realizzato con la collaborazione della Guardia di Finanza di Napoli, ha portato all’arresto di 8 residenti in Toscana (nelle province di Firenze, Prato e Pistoia) e di 4 residenti nella città di Napoli. L’organizzazione criminale, che da tempo si era radicata nel territorio toscano, è risultata costituita da pregiudicati di origine napoletana (già appartenenti a famiglie satelliti aggregate ai clan Misso e Lo Russo di Napoli) affiancati da sodali sia italiani sia stranieri, residenti nelle provincie di Firenze (Vinci, Scandicci), Pistoia (Buggiano) e Prato. In particolare l’uomo arrestato a Prato è un 54enne con precedenti per armi, furto e stupefacenti. Tutti i membri dell’organizzazione erano legati con vincoli di parentela o amicizia con i due presunti capi, entrambi già condannati rispettivamente nel 1997 e 1990 in via definitiva per associazione di tipo mafioso e che nei primi anni del 2000 si sono stabiliti a Firenze. Quattro degli arrestati sono infatti fratelli. Nell’inchiesta sono stati coinvolti (e sono agli arresti domiciliari) anche due professionisti fiorentini, operanti nel settore dell’infortunistica stradale, che hanno partecipato ad un’’estorsione commissionando al sodalizio criminale il recupero di un presunto credito vantato verso un intermediario finanziario fiorentino. Tra i reati di cui è accusato il gruppo c’è anche un’estorsione di 60mila euro che è stata realizzata nel pratese ai danni di un carrozziere a cui, attraverso un’abile messinscena, hanno fatto credere di aver regolato i conti (con un omicidio simulato) verso un albanese (presunto emissario di un clan di origine siciliana) “colpevole” di aver minacciato l’artigiano nel contesto di un’estorsione. Dalle indagini condotte è emerso che il gruppo criminale era dedito anche ai prestiti di somme di denaro con applicazione di interessi di natura usuraria nell’ordine del 10% mensile ed a furti in appartamento con relative minacce anche di morte subite dalle vittime del reato. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate 2 autovetture, una moto e 6 conti correnti/libretti di risparmio (intestati anche a prestanomi).

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