7 Ottobre 2012

Diritto al lavoro e al giorno di riposo, in 300 manifestano davanti ai Gigli. Uno striscione: “Papà perchè la domenica mi lasci sempre sola?”


“Mia figlia mi chiede da mesi perché suo padre non può restare la domenica a giocare con lei. Io le rispondo che deve andare a lavorare, altrimenti lo licenziano. Ma entrambe sappiamo che questo non è giusto”. Lavoratori, studenti e famiglie. Erano in 300 questo pomeriggio nel parcheggio dei Gigli a manifestare per difendere i diritti al lavoro e al riposo domenicale, contestando la decisione dei principali marchi della grande distribuzione di restare aperti tutte le domeniche. I partecipanti hanno protestato in maniera pacifica, con striscioni, slogan, cartelli e palloncini. Guardati a debita distanza dai carabinieri. L’evento promosso dall’associazione Tilt – Alp ha visto venire lavoratori e studenti da tutta la regione e qualcuno è arrivato addirittura dalla Lombardia, come Tarantino Simone, lavoratore alla Coop di Crema. “Sono venuto fin qui – spiega – per mostrare solidarietà ai miei colleghi. Da noi è una realtà più piccola, ma già si cominciano a vedere i primi contratti nei quali ti obbligano a lavorare di domenica. E questo è inaccettabile”. Principali protagoniste le famiglie. Ognuna con la sua storia da raccontare. C’è chi ad esempio ha un negozio ai Gigli, a gestione familiare, e non riposa ormai da mese. “Non abbiamo la possibilità di assumere altro personale – spiegano mamma e figlio – e così siamo costretti a lavorare anche tutte le domeniche, perchè i Gigli ci costringono a restare aperti. Non capiscono però che è inutile perché non si guadagna di più, semplicemente si spalmano gli stessi incassi su più giorni. A scapito però della nostra salute. Io sono nonna, vorrei la domenica restare con mia nipote e invece mi tocca sorbirmi duri orari di lavoro”. Gli studenti chiedono invece contratti accettabili. “Per me un contratto a tempo determinato è un miraggio – racconta Cecilia Marasco, studentessa e precaria – le uniche offerte che mi fanno sono solo di lavori a chiamata, oppure a nero. Questo però mi impedisce di crearmi un lavoro”.
Molto soddisfatto per la riuscita della giornata è Diego Blasi, uno dei promotori della manifestazione. “Noi giovani siamo abituati a lottare per i diritti degli altri – spiega – adesso invece siamo in strada a chiedere un nuovo welfare, che tenga conto anche delle nostre necessità. Questo governo non può restare immobile di fronte alle nostre esigenze e difficoltà”.

Stefano De Biase

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