860 aziende ispezionate, l’81,56% sono risultate irregolari. E’ il dato riferito al 2015 e annunciato stamani dalla direzione territoriale del lavoro. Un dato che pone Prato ben al di sopra della media nazionale, che attesta un’irregolarità delle imprese a circa il 60%. Le ispezioni, portate avanti da 14 ispettori, hanno rilevato anche 1086 lavoratori irregolari, 853 in nero di cui 396 clandestini. L’imponibile evaso è risultato essere di circa 4 milioni di euro. Il direttore dell’Ufficio distrettuale del lavoro ha comunque sottolineato la buona riuscita del lavoro degli ispettori a fronte della carenza di organico che si spera potrà essere presto colmata.
Anche se la strada è ancora lunga, timidi segnali di legalità arrivano dai lavoratori cinesi, che si rivolgono all’ufficio distrettuale del lavoro per denunciare la situazione di lavoro nero di cui spesso sono vittime. Se nel 2014 si erano presentati solo in 3, nel 2015 si è arrivati a una dozzina. “Fino a pochi anni fa era una cosa inimmaginabile – ha detto il direttore – significa che piano piano la situazione sta evolvendo e la comunità cinese sta prendendo coscienza dei diritti legati al lavoro”.
Diversi i settori di intervento: l’agricoltura in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, l’industria, che presenta un tasso di irregolarità quasi tutto orientale, i pronto-moda, il comparto edile; ristoranti e centro estetici, le agenzie di viaggio. Per il 2016 l’obiettivo è impegnarsi con i controlli anche negli altri comuni della provincia.
Ma una imposta anticipata per poter aprire una attività?
Più un prelievo annuale come acconto apertura
Così da evitare il problema di chiusure magari con la collaborazione dei proprietari del fondo commerciale.
Non controllare solo il cinese anche l’italiano perché siamo diventati peggio di loro!! Garantito!
Quoto Fabio alla grande!é chiaro che influisca nella percentuale l’alta presenza di imprese cinesi!E meno male che si stanno mettendo in regolaaaaa!!!!!!!