27 Settembre 2016

Azioni dell’aeroporto pagate troppo care: la Corte dei Conti condanna l’ex presidente e la segretaria della Camera di Commercio


L’ex presidente della Camera di Commercio di Prato Carlo Longo e la segretaria generale Catia Baroncelli sono stati condannati dalla Corte dei Conti al pagamento, in via principale, di 125.295 euro a favore della stessa Camera di Commercio per la vicenda delle azioni di Aeroporto di Firenze, il cui valore di acquisto è risultato “gonfiato” rispetto a quanto pagato dalla vicina Camera di Commercio di Firenze. Longo dovrà risarcire l’80% della quota; il 20% è a carico della segretaria generale, e in via sussidiaria sono stati condannati, in parti uguali, con un profilo di colpa grave, anche i componenti dell’allora giunta camerale: Alessandro Giacomelli, Marcello Gozzi, Giovanni Nenciarini, Gianluca Niccolai e Anselmo Potenza.

I fatti – La Camera di Commercio di Prato a dicembre 2011 acquistò 92.750 quote di Adf da Fondiaria Sai ad un prezzo di 13,88 euro ad azione. Nello stesso giorno Fondiaria Sai vende altrettante azioni alla Camera di Commercio di Firenze ad un prezzo inferiore: 11,40 euro ad azione. Consulente di entrambe le compravendite è la società H7 spa che fattura 44.770 euro alla Camera di Commercio di Prato e meno della metà, 20.570 all’ente camerale fiorentino. In sostanza per avere lo stesso numero di azioni, dallo stesso venditore e con lo stesso intermediario, nello stesso giorno, la Camera di Commercio spende 254.220 euro in più della Camera di Commercio di Firenze.
Questo nonostante che in una prima delibera di giunta la Camera di Commercio di Prato, il 25 ottobre 2011, indicasse di tener conto delle quotazioni del titolo degli ultimi 12-18 mesi, con una media di 11,59 euro ad azione. Poco più di un mese dopo il presidente Longo con una determinazione d’urgenza autorizza l’acquisto del titolo ad un prezzo superiore, 13,88 euro ad azione, e prima di Natale 2011 la giunta ratifica quell’atto.

I tentativi di giustificazione – La notizia ebbe riflessi sulla stampa cittadina e a seguito delle polemiche, secondo quanto ricostruito dalla Corte dei Conti, Longo e il suo staff costruiscono una strategia difensiva che sarebbe passata dalla falsificazione di un documento e da una tesi costruita ad arte dopo il consulto con l’advisor, il quale via mail spiega che “non è possibile dare una spiegazione tecnica ad un fatto meramente negoziale gestito tra le due Camere” e suggerisce di valutare una giustificazione fittizia, ma plausible: “il Vostro intervento ‘da cavaliere bianco’ per sventare il tentativo di una terza parte non gradita di acquisire parte del pacchetto Fonsai che Firenze non riusciva a comprare: avete quindi sacrificato un po’ il presso – suggerisce H7 spa -, pur di tenere fuori un soggetto non gradito”.
Nel corso dell’istruttoria, i giudici amministrativi hanno acquisito elementi di prova che i due enti camerali erano al corrente del diverso ed imotivato impegno economico. La Corte dei Conti ha ritenuto di non dover procedere nei confronti dei responsabili di H7 spa per difetto di giurisdizione e ha assolto il dirigente della Camera di Commercio di Prato Silvia Borri.

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slash
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7 anni fa

infatti fino a qualche mese fa per l’ottimo lavoro era passato all’interporto……

A.D.
A.D.
7 anni fa

Azioni bancarie gonfiate,azioni aeroporto idem,risultato:risparmiatori pratesi ridotti al lastrico.C’e’ hi fa bella vita è chi rovista nei rifiuti.