9 Febbraio 2017

Creaf, indagati anche gli ex presidenti Rinfreschi e Panerati


Altri due indagati per la mala gestione del Creaf: oltre a Laura Calciolari, attuale aministratore unico, iscritta per falso in bilancio, le indagini riguardano i due ex presidenti Daniele Panerati e Luca Rinfreschi, che dovranno rispondere di bancarotta societaria. Oggi i militari della guardia di finanza, su mandato del sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, hanno perquisito gli uffici della società presso la Provincia, le abitazioni degli indagati e anche la sede della Viscotex, l’azienda che nel 2006 vendette il capannone di via Galcianese al Creaf per 8,4 milioni, ovvero circa 3,4 milioni di euro in più rispetto a quanto pagato appena 5 anni prima per acquistare lo stesso capannone.
La lente della Procura si è posata sulla stima dell’immobile e sui costi dei lavori di ristrutturazione, ma anche su una gestione che dal 2005 ad oggi ha visto andare in fumo 22 milioni di soldi pubblici, senza che l’attività prendesse mai inizio. A staccare la spina sono stati, la scorsa estate gli attuali amministratori degli enti soci di Creaf (Provincia di Prato, Comuni di Prato, Montemurlo, Carmignano, Vaiano, Vernio e Cantagallo) negando altri finanziamenti richiesti (circa 2,5 milioni) senza che fossero state presentate garanzie ritenute soddisfacenti per l’apertura della struttura nell’immediato e un piano economico finanziario per una sana gestione del centro di ricerca. A quel punto l’attuale amministratore unico Laura Calciolari, che nel marzo 2014 sostituì il dimissionario Luca Rinfreschi, ha dichiarato lo stato di crisi e chiesto il concordato.

Tra le carte acquisite oggi dai finanzieri c’è anche l’ordine del giorno dell’assemblea dei soci “auto-convocata” dai sindaci per lunedi prossimo che prevede il voto sull’avvio di un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori di Creaf. Si tratta di un’azione civile, che ha termini di prescrizione di 5 anni ed è dunque riferita agli ultimi due amministratori di Creaf. In particolare all’attuale numero 1 della società viene contestato di non aver condiviso con i comuni soci le ultime scelte legate alla procedura fallimentare in atto.

Il futuro della società è comunque segnato: concordato liquidatario, come chiesto dal commissario giudiziale, o fallimento, come indicato dalla procura. In entrambi i casi, l’inchiesta penale procederà per bancarotta societaria, un reato che non corre il rischio di cadere in prescrizione, come invece altre possibili condotte illecite nei primi anni di vita del Creaf.

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pisolo
pisolo
7 anni fa

Due volti targati P.C.I.