20 Marzo 2017

Banca Popolare di Vicenza, la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato dice sì all’offerta di transazione


La Fondazione Cassa di Risparmio di Prato ha aderito alla proposta di transazione della Banca Popolare di Vicenza. A renderlo noto, a due giorni dalla scadenza per le adesioni, è la stessa Fondazione, che detiene oltre 350 mila azioni della Banca ed è il secondo più grande azionista tra quelli coinvolti nell’offerta di transazione dell’Istituto di credito vicentino. Con l’azzeramento del valore delle quote, che erano iscritte a bilancio a 60 euro, la Fondazione ha perso 21,4 milioni di euro. Accettando l’indennizzo di nove euro ad azione, l’ente incasserà adesso circa 3,2 milioni, sempre che la Banca raggiunga l’80 per cento di adesioni alla proposta di transazione nel suo complesso, condizione che la stessa BpVi aveva messo per dare corso all’operazione.

Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato si è espresso all’unanimità, “dopo lunga ed approfondita attività di analisi di ogni possibile scenario presente e futuro” – come riportato in una nota stampa – “ritenendo in questo modo di tutelare al meglio sia il patrimonio della Fondazione che gli interessi della collettività pratese”.

Prima di deliberare, la Fondazione aveva acquisito due pareri legali valutando l’azione civile che a questo punto viene esclusa, visto che l’accettazione della proposta transattiva comporta la rinuncia ad ogni pretesa, anche nei confronti degli ex amministratori della Banca.
“Le cause legali avrebbero avuto tempi lunghi ed esiti incerti, anche perchè è difficile la quantificazione del danno, vista la crisi che già da alcuni anni ha investito l’intero comparto bancario, al di là delle colpe dei singoli amministratori” afferma la presidente Fabia Romagnoli. La decisione della BpVi di riportare a Prato i quadri della collezioni Alberti, “napoleonicamente” trasferiti a Vicenza da Zonin ha rappresentato – secondo la presidente Romagnoli – “un segnale di attenzione importante da parte dei nuovi vertici nei confronti del territorio”, ma la valutazione sulla proposta di transazione “è stata fatta a prescindere, a tutela del patrimonio della Fondazione e degli interessi della città”.

La perdita di valore della partecipazione era già stata messa a bilancio nell’esercizio 2015, quando le azioni erano calate a 6,30 euro e il pacchetto detenuto dalla Fondazione valeva 2,24 milioni. Adesso potrebbe essere recuperato qualcosa, anche se 18 milioni di patrimonio sono comunque andati perduti.

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