21 Aprile 2017

Elezione vertici della Fondazione Cassa di Risparmio, nessun candidato raggiunge il quorum: la presidente Romagnoli non si ricandida


Fumata nera, ieri sera, alla prima assemblea dei soci per il rinnovo del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, il cui mandato scadrà entro la fine del mese. L’appuntamento, al Palazzo delle Professioni, avrebbe dovuto sancire la composizione di metà del gruppo: i 7 nomi a cui si sarebbero in seguito unite le 7 nomine degli enti. E invece nulla da fare: nessuno dei 10 candidati in corsa ha raggiunto il quorum necessario per l’ingresso in Consiglio a cui spetta, da regola, definire il nuovo CDA. Neppure la presidente uscente Fabia Romagnoli che, di fronte all’esito scoraggiante, si è detta decisa a fare un passo indietro nonostante l’iniziale disponibilità a ricandidarsi per un secondo mandato.

Alla riunione hanno preso parte 73 votanti. Il quorum per l’elezione era quindi fissato a 49 voti, ovvero i due terzi dell’assemblea. Ai 7 membri uscenti del consiglio (compresa la presidente Romagnoli) si erano aggiunte, in lista, tre nuove candidature: quelle di Isabella Lapi Ballerini, Diana Toccafondi e Idalia Venco. Non si conoscono esattamente i numeri dei voti registrati ma il risultato, nella sostanza, non cambia: per Fabia Romagnoli dare seguito al proprio operato sembra impresa quasi impossibile e la stessa presidente si dice decisa a non ripresentarsi per un eventuale bis.

Restano dunque in proroga gli attuali organi della Fondazione. Nei prossimi mesi sarà convocata una nuova assemblea per le elezioni. Tutto rinviato quindi alla seconda seduta, in data da stabilire.

“Ho portato avanti il mio lavoro nell’interesse della Fondazione e della città, credo con equilibrio e indipendenza – sostiene Fabia Romagnoli -. Sono dispiaciuta per quanto accaduto: ho chiesto un confronto in assemblea dopo la presentazione dell’operato di questi anni. Un confronto legittimo e doveroso ma nessun socio, in quel momento, ha avuto il coraggio di un confronto serio per poi arrivare al voto in questo modo. A questo punto – ripete – non mi ripresento. Se devo leggere questo esito come un giudizio sul mio operato la vivo come una bocciatura; se non lo devo leggere in questi termini, significa che dietro a questo risultato insistono logiche di fazione e giochi di potere a cui non mi presto. Resto fino alla scadenza dei termini, con senso di responsabilità, per traghettare la Fondazione verso nuovi organi, in una fase di transizione delicata”.

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