23 Giugno 2017

BpVi, ore decisive per il salvataggio con l’intervento di Intesa. Ma dall’Europa arrivano nuovi ostacoli: sindacati pronti a manifestare a Bruxelles


Ore decisive per il salvataggio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. L’ingresso di Intesa Sanpaolo, disposta a rilevare al prezzo simbolico di 1 euro la parte buona dei due istituti di credito e l’intervento dello Stato (che dovrebbe mettere sul piatto diversi miliardi di euro per i crediti deteriorati della bad bank da porre in liquidazione) darebbero una prospettiva chiara sul futuro della Banca allontanando lo spettro del bail in. Ma l’operazione che era data per certa fino alle ultime ore, si sarebbe complicata nel pomeriggio di oggi per l’allarme su possibili nuovi ostacoli e su irrigidimenti delle istituzioni europee in particolare per quel che riguarda il nodo esuberi.

“Se fosse vero che da parte dell’Europa si sta realizzando il tentativo di far fallire le due banche venete, proprio adesso che una soluzione sembrava possibile attraverso l’intervento del gruppo Intesa, il danno per l’occupazione e per il territorio sarebbe senza precedenti”. Lo dichiarano in una nota congiunta la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani.

“Siamo molto preoccupati per le notizie che circolano sul futuro delle due banche Venete. Le rassicurazioni del presidente del Consiglio Gentiloni non sono sufficienti a fugare in questo momento tutti i dubbi e gli interrogativi sulla sorte dei dipendenti e dei risparmiatori. Il Governo italiano – aggiungono – deve assumere una posizione molto più chiara e rigida nelle prossime ore a livello europeo per difendere gli interessi del nostro Paese da eventuali atti che ne devasterebbero l’economia. Ecco perchè facciamo appello al senso di responsabilità del Presidente del Consiglio ad agire rapidamente per far sì che le opzioni sul tavolo siano immediatamente realizzate. Non possiamo tergiversare di fronte al rischio di uno sventramento del sistema bancario”, concludono Furlan e Romani.

Fino a poche ore prima, i sindacati bancari, compresi quelli pratesi, accoglievano con ottimismo la discesa in campo di Intesa e i nuovi scenari di Banca Popolare di Vicenza. “Sicuramente la partita non è chiusa e resta complessa sul fronte occupazionale – ha detto Diego Viti, segretario della FISAC Cgil Prato – ma per la clientela con l’intervento di Intesa si aprirebbero scenari di stabilità e di rinnovato rapporto di fiducia con l’istituto di credito. Intesa Sanpaolo è la più grande banca italiana, che conta 70 mila dipendenti e ha le spalle larghe: ci aspettiamo che presti attenzione alle imprese del territorio e che magari si rispolveri un po’ anche la pratesità del nostro istituto: dopo aver inglobato la Cassa di Risparmio di Firenze, Intesa Sanpaolo ha mantenuto il marchio storico CR Firenze e in prospettiva si potrebbe inserire nel marchio della nuova banca qualcosa che richiami la città di Prato.”.

A Prato Banca Popolare di Vicenza conta 400 dipendenti, poco meno della metà di quelli toscani. Se l’operazione andasse in porto, Intesa Sanpaolo, già proprietaria di CR Firenze, dovrebbe riorganizzare la presenza sul territorio e anche in Toscana, come nel Veneto, si porrebbe il problema della sovrapposizione delle filiali. Il piano di fusione tra BpVi e Veneto Banca prevedeva già 4000 esuberi su un totale di 11.600 dipendenti.
“La questione andrebbe affrontata, coniugando la possibilità di un maggior servizio alla clientela e tenendo presente che il modello di business delle banche sta cambiando – premette Lorenzo Leo, della FIRST Cisl Prato -. Ma ci potrebbero essere dei presupposti positivi sul fatto che la gestione di eventuali eccedenze di personale sia fatta nell’ambito  di un quadro normativo che preveda gli ammortizzatori sociali del settore bancario”.

I sindacati bancari hanno fissato una serie di incontri istituzionali per portare la voce dei dipendenti e dei territori ai più alti livelli di rappresentanza politica e istituzionale: la prossima settimana a Firenze ci sarà l’audizione con l’osservatorio regionale sul credito, coordinato dall’assessore Stefano Ciuoffo; il 3 luglio è in programma l’incontro con il sindaco di Prato Matteo Biffoni. Infine l’11 luglio il caso BpVi-Veneto Banca sarà portato all’attenzione dei rappresentanti dei parlamentari europei e dei funzionari della Bce.

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