13 Ottobre 2017

Penelope, trovato l’accordo in Regione: cassa integrazione di un anno prima dei licenziamenti. I sindacati: “Ritorno alla normalità”


E’ stato concluso oggi in Regione l’accordo relativo alla riduzione di personale della Penelope spa. Lo rendono noto le sezioni tessili di Cgil, Cisl e Uil, che sono riuscite ad ottenere il riconoscimento della cassa integrazione straordinaria per un anno, posticipando dunque di 12 mesi i licenziamenti previsti. I sindacati in una nota sottolineano l’importanza di accordi come questo e riportano i casi di altre crisi aziendali a Prato nelle quali, negli ultimi mesi, non sarebbero stati tutelati i lavoratori a causa di scelte imprenditoriali discutibili.

“L’accordo ottenuto oggi in Regione per la Penelope, pur dovendo gestire dei licenziamenti, ne riduce l’impatto sociale utilizzando appieno tutti gli strumenti disponibili – scrivono le segreterie di Filctem, Femca e Uiltec. -. Infatti, dopo una verifica al ministero, abbiamo concordato l’attivazione della CIGS per 12 mesi e, di conseguenza, posticipato di un anno i licenziamenti. Questo nella piena garanzia dei diritti, normativi ed economici, dei lavoratori, i quali non hanno rinunciato a niente di quanto loro dovuto. Un accordo che, come gli altri siglati negli ultimi dodici anni, ci consente di dire che tutti i lavoratori pratesi incorsi in una procedura di licenziamento collettivo hanno avuto a disposizione gli stessi strumenti e gli stessi trattamenti economici. Come se fossero dipendenti di una sola grande azienda e non delle oltre 200 piccole aziende che, in questi anni, li hanno licenziati”.

“È per questo” continuano i sindacati “che i mancati accordi nel nostro territorio si contano sulle dita di una mano (e non servono neanche tutte!) e hanno avuto sempre le stesse motivazioni: o la mancata attivazione della Cigs malgrado ne ricorressero le condizioni, o la richiesta ai lavoratori di “pagarsi” gli ammortizzatori sociali coprendone i costi rinunciando a una parte di quanto loro dovuto o dell’incentivo all’esodo”.
“Questo” proseguono “è quello successo nei mesi scorsi con Eurocontrol e Lanificio Europa. A dispetto di quanto dichiarato. E non certo perché non siamo stati disponibili a considerare fantomatiche ricollocazioni (tra l’altro precarie) a noi annunciate ma mai presentate in concreto”

“Con l’accordo odierno” scrivono i sindacati “riteniamo di essere semplicemente tornati alla normalità nella gestione dei licenziamenti all’interno del nostro distretto. E a scanso di equivoci” concludono “ribadiamo la nostra posizione: non potranno esserci in futuro -come non ci sono stati in passato- accordi che prevedano che il costo degli ammortizzatori sociali, che negli ultimi anni si sono ulteriormente ridotti, sia posto a carico dei lavoratori che subiscono i licenziamenti”.

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