Nuova pista di Peretola, ecco le prescrizioni: i principali problemi riguardano il rischio idraulico. Prato esclusa dall’Osservatorio ambientale


Monitoraggio e riduzione dei rumori, soluzione di problemi idraulici e legati alla viabilità per Sesto Fiorentino e l’Osmannoro, gestione del cantiere e delle terre di scavo, necessità di nuovi studi sul rischio di incidenti aerei e di bird strike, oltre all’eventualità di una nuova valutazione di impatto sanitario, che aggiorni i dati di inquinamento e i rischi per la salute pubblica, anche alla luce di altre opere previste nell’area, come il termovalorizzatore di Case Passerini. Le 70 prescrizioni che accompagnano il decreto di Via sulla nuova pista dell’aeroporto di Peretola firmato dai ministri dell’Ambiente Galletti e dei beni culturali Franceschini lo stesso giorno dello scioglimento delle Camere, dopo un iter durato quasi tre anni, impongono una grande quantità di approfondimenti, molti dei quali dovranno essere prodotti da Enac e Toscana Aeroporti nel corso della progettazione esecutiva, prima dell’avvio dei lavori.
Il provvedimento di compatibilità ambientale, per il quale i Comitati annunciano già il ricorso al Tar (possibile entro 60 giorni), prevede anche l’istituzione di un Osservatorio ambientale per la verifica del rispetto delle prescrizioni, che sarà attivo nelle fasi ante opera, a cantieri in corso e nelle fasi di primo esercizio della nuova pista. Dell’Osservatorio non farà parte nessun rappresentante del Comune di Prato: il decreto firmato da Galletti e Franceschini prevede che vi partecipino 5 rappresentanti dei tre ministeri coinvolti, 2 esponenti della Regione e 1 di Arpat, un rappresentante del Comune di Firenze e uno della città metropolitana di Firenze, oltre alla partecipazione di un tecnico di Enac e di Toscana Aeroporti.

Le criticità idrauliche
I maggiori rilievi contenuti nelle prescrizioni riguardano i problemi idraulici, in primis quelli legati allo spostamento del Fosso Reale e all’interferenza con l’autostrada A11: i problemi tecnici evidenziati nel 2015 dal Genio Civile – sottolinea il decreto di VIA – non sono stati ancora risolti. La progettazione esecutiva dovrà anche riverificare l’adeguatezza delle nuove casse di espansione previste per garantire l’invarianza idraulica, anche in relazione al Piano Urbanistico Esecutivo di Castello del Comune di Firenze (che prevede lo spostamento della Mercafir e la localizzazione del nuovo stadio della Fiorentina a Novoli).
Enac e Toscana Aeroporti dovranno anche verificare nel dettaglio il non aggravio del rischio idraulico nelle aree vicine alla nuova pista, in riferimento all’evento alluvionale con tempi di ritorno di 200 anni, tenendo conto delle dinamiche di esondazione legate al sistema Arno-Bisenzio e prevedendo nel caso compensazioni ai volumi di naturale esondazione sottratti. Dovranno essere sviluppati calcoli che considerino la risalita della falda idrica, specificate le modalità di impermeabilizzazione del fosso reale in corrispondenza della discarica di Case Passerini, adottate opere di prevenzione dal rischio idraulico dell’area individuata per i parcheggi a lunga sosta. I tecnici del Ministero hanno inoltre chiesto di dimensionare i nuovi ponti pevisdti, tra cui quello di via dell’Osmannorto, in conformità alla normativa vigente e di individuare e chiedere le deroghe alle leggi esistenti circa le distanze da mantenere tra reticolo idraulico e le altre infrastrutture.
Il rischio di incidenti aerei
Le prescrizioni prevedono che prima dell’approvazione del progetto da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, dovrà essere redatto uno studio sugli scenari probabilistici del rischio di incidenti aerei. Lo dovrà fare un soggetto terzo pubblico con esperienza nel settore. Lo studio dovrà descrivere e quantificare i possibili rischi per la salute umana e l’ambiente derivante da vulnerabilità dell’attività aeroportuale a gravi incidenti, ed eventualmente indicare misure a carico del proponente per eliminare o ridurre il danno.
Un approfondimento dovrà essere fatto anche sulla probabilità di un incidente aereo che impatti stabilimenti circostanti l’aeroporto, in particolare quelli classificati dalla direttiva Seveso come “a rischio di incidente rilevante”, tra cui a Prato la Toscochimica.
Un organismo terzo e indipendente dovrà inoltre effettuare, in fase di progettazione esecutiva, l’analisi del bird strike, considerata la funzione attrattiva per gli uccelli esercitata dalle aree umide esistenti e da quelle previste tra le opere di compensazione.
Rumori e cantieri
Tra le prescrizioni sono numerose le richieste che riguardano la fase di cantierizzazione, a partire dalla relazione di un accurato piano ambientale di cantierizzazione (PAC), visto che “lo spazio disponibile è limitato e ci sono altre opere in corso di realizzazione i cui cantieri (anche quelli futuri) potranno interagire sulle medesime aree. I documenti da presentare e gli interventi da mettere in atto riguardano monitoraggio e contenimento di rumori e polveri, movimentazione di mezzi pesanti, gestione delle terre di scavo, riempimento di laghi e aree umide, salvaguardia delle acque sotterranee. In accordo con Arpat dovranno essere posizionate centraline per aggiornare il monitoraggio della qualità dell’aria e anche nella fase successiva ai cantieri dovranno essere previste postazioni fisse di rilevamento, “la cui localizzazione dovrà essere adeguata a distinguere, per quanto tecnicamente possibile, il solo contributo emissivo delle operazioni aeroportuali”.
L’Osservatorio è chiamato a prevedere azioni per contenere, durante l’esercizio del nuovo aeroporto, le emissioni di inquinanti di azoto, pm10 e pm 2,5 oltre a provvedimenti urgenti in caso di avvicinamento a soglie di allarme.
Per limitare il rumore e i disagi degli utenti del Polo scientifico e tecnologico di Sesto Fiorentino, che si troverà a ridosso della nuova pista, sono confermate due alte dune fono assorbenti, oltre alle barriere acustiche alte 5 metri da posizionare all’avvio del cantiere. Il monitoraggio del rumore ad opera completata dovrà inoltre tenere in considerazione il ricettore sensibile rappresentato dalla scuola marescialli dei Carabinieri di viale XI agosto.
Il piano di contenimento del rumore, in caso di superamento entro la fascia LVA di 65 decibel, in corrispondenza di edifici adibiti a civile abitazione, “dovrà prevedere tempi, modi e risorse per la delocalizzazione degli stessi, in quanto i valori di rumorosità sono incompatibili con la destinazione d’uso”.

La Valutazione di impatto sanitario
Il Ministero dell’Ambiente ha inoltre sottolineato che Enac e Toscana Aeroporti dovranno collaborare con le amministrazioni e i soggetti preposti alla tutela della salute pubblica (Comuni e Asl in primis), “qualora gli stessi volessero aggiornare la VIS (Valutazione di impatto sanitario) in relazione ad altre opere, oltre all’aeroporto, già previste nella medesima area vasta, tra le quali per esempio il termovalorizzatore di Case Passerini. Lo scopo è quello di verificare l’impatto sanitario causato dall’insieme delle sorgenti di inquinamento che interessano il territorio (in prossimità dell’aeroporto fiorentino), tenendo opportunamente conto delle variazioni che il masterplan indurrà nella piana fiorentina con l’evolversi degli scenari 2018, 2023 e 2039”, ma anche di tutte le altre opere presenti e future, con particolare attenzione alla componente dell’inquinamento atmosferico (impatti cumulati)”.
Il Ministero dell’Ambiente non si ferma qui e indica l’elenco di approfondimenti che l’eventuale VIS dovrà contenere (alcune delle quali già presenti in altre prescrizioni): rischio vibrazioni e campi elettromagnetici; numero di casi disturbati attribuibili alla componente rumore, considerando non solo la popolazione residente al 2014 (stimata sul censimento 2011), ma anche quella stimabile al 2029, in base alle previsioni insediative dei comuni interessati, considerando anche la popolazione non resident presente nell’area per motivi di studio o lavoro; valutazione dei rischi tossicologici e sanitari; casi di tumore polmonare, causati dall’inquinamento atmosferico, attribuibili in particolare al PM, facendo riferimento alla popolazione stimata esposta alle ricadute ed individuando opportuni provvedimenti di mitigazione; il rumore notturno (…); gli effetti prevedibili dekka variazione del clima acustico per quegli edifici che saranno soggetti a mitigazione del rumore attraverso barriere e/o altre opere permanenti, installazione di nuovi infissi (…)”.

Le zone umide
Ulteriori dubbi, espressi dal Ministero dell’Ambiente, riguardano la disponibilità delle aree per realizzare le aree umide di compensazione (stagni, pozze, canalio, prati umidi) previste per ripristinare i siti ecologici di interesse comunitario (SIC stagni della piana fiorentina e pratese” che saranno intaccati dal progetto della nuova pista. Enac dovrà fornire adeguate garanzie, anche di natura giuridica e finanziaria, sulla disponibilità (tramite titoli ottenuti e/o accordi stipulati) delle 4 aree oggetto di interventi di compensazione (Il Piano, Il Prataccio, S.Croce e Mollaia) e sulla propria capacità economica per la completa ed efficace realizzazione degli interventi proposti e la successiva gestione delle aree. L’autorizzazione all’avvio dei cantieri che interferiscono con i siti di interesse comunitario, dove vivono o migrano diverse specie protette, potrà avvenire solo dopo che il proponente avrà dimostrato di aver ricostruito gli habitat naturali nelle quattro aree di mitigazione.

Dario Zona

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pisolo
pisolo
6 anni fa

Pratesi raccogliamo le firme per un ricorso al TAR, facciamo manifestazioni, minacciamo lo sciopero elettorale, solleviamo un polverone istituzionale,sputiamo il sangue ma opponiamoci a questo scempio se siamo degni di essere ancora una comunita’ di cittadini!

operaio pratese
operaio pratese
6 anni fa

Se fanno la linea: Firenze-Pechino…… possiamo anche non far niente.

Andrea
Andrea
6 anni fa

Pisolo torna a dormire. Sì alla pista e sì al termovalorizzatore di Case Passerini. Senza queste infrastrutture continueremo a restare dei provincialotti ottusi e arretrati rispetto al resto d’Italia e d’Europa.

pisolo
pisolo
6 anni fa

Caro Andrea meglio restare provincialotti ottusi che morire giovani per l’inquinqmento prodotto da queste strutture e lasciare ai giovani un disastro ambientale per soddisfare le brame di lobbisti e massoni.

tatanka
tatanka
6 anni fa

W i provincialotti ottusi. Abbasso gli speculatori, i senza scrupoli i lungimiranti per se stessi e per le proprie tasche, gli pseudoilluminati da due soldi, i prepotenti di ogni risma, i mangiapane a tradimento e tutti quelli che sono favorevoli all’ampliamento dell’aereoporto siano essi includibili nelle categorie sopracitate sia che questi non appartengano ad esse!

Duilio
Duilio
6 anni fa

Pisolo, questa pista hanno detto che la fanno e la faranno di sicuro, infischiandosene degli abitanti della piana e di tutte le prescrizioni. Prato non esiste, di nativi attaccati al territorio ci siamo rimasti penso solo io, te e un’altra decina di persone, troppo poche per contare. Prepariamoci a cercare casa da un’altra parte, purtroppo

pisolo
pisolo
6 anni fa

Caro Duilio , se attaccati al territorio siamo rimasti in pochi, attaccati alla propria salute penso siano molti di piu’