19 Febbraio 2018

A Prato la testimonianza pro vita di Gianna Jessen, sopravvissuta all’aborto


È stata abortita al settimo mese di gravidanza, ma è sopravvissuta e adesso gira il mondo per testimoniare l’importanza del valore della vita. Lei si chiama Gianna Jessen, ha 40 anni ed è statunitense. Mercoledì 21 febbraio, alle 21, sarà a Prato per tenere un incontro pubblico all’auditorium della Camera di Commercio. L’appuntamento è promosso dal Centro di Aiuto alla Vita di Prato e si inserisce all’interno delle iniziative per il Giorno della Vita che si celebra nel mese di febbraio.

La sua storia. Quando decise di abortire, la madre di Gianna aveva 17 anni e le consigliarono una iniezione di una soluzione di sale nell’utero. Il feto la inghiotte e dopo 24 ore viene partorito morto. Questa procedura, alquanto disumana, con la piccola Gianna non funzionò: dopo 18 ore dopo venne alla luce. Sul suo corpo ci sono ancora i segni di quell’aborto salino, ma la testa della donna, che come detto oggi ha 40 anni, è lucida e determinata. «Secondo i medici non avrei camminato, sarei stata cieca e invece sono qui e ho una gran voglia di ridere!», dice spesso Gianna Jessen nel corso dei tanti incontri che tiene in tutto il mondo.

In alcuni Stati Usa si può abortire addirittura fino al nono mese. La madre di Gianna si rivolse ad una delle tante cliniche abortiste americane per interrompere la gravidanza. Il feto al settimo mese fu immerso nella soluzione salina per 18 ore, ma incredibilmente non morì. È una situazione rara, ma può capitare. «Per fortuna, quando nacqui, il medico abortista era già andato a casa, erano del 6 del mattino del 6 aprile 1977 – racconta Gianna Jessen -, se sono viva lo devo alla prontezza di una infermiera». La donna lo ripete spesso: «La mia più grande vittoria fu che il medico, quanto tornò in ospedale, non poté far altro che firmare l’atto di nascita».

La sua storia, piena di speranza e amore per la vita, è anche la storia dolorosa di un doppio rifiuto da parte della madre naturale, che prima la vuole abortire e poi anni dopo la incontra, ma non vuole saperne niente di lei. Gianna Jessen è cristiana evangelica e dopo un lungo periodo di riflessione e cammino interiore decide di perdonare la madre per quello che ha fatto. Oggi la sua principale battaglia è contro l’aborto.

Sempre il 21, al mattino, Gianna Jessen sarà al Conservatorio San Niccolò per incontrare gli studenti della scuola.

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