22 Febbraio 2018

Domani sciopero nel comparto sanità: ecco le ragioni della protesta


Sciopero nazionale nel comparto sanità organizzato domani, venerdi 23 febbraio, dai sindacati di categoria Nursind, Nursing Up, SHC, Cub sanità e Cobas. La protesta è contro la proposta di rinnovo del contratto nazionale, come spiega Roberto Cesario, responsabile del Nursind Prato, sindacato autonomo degli infermieri: “Ci ritroviamo di fronte ad una proposta addirittura peggiorativa rispetto alla precedente: un copia-incolla del contratto del secolo scorso, in cui vengono riproposte le stesse indennità, anche nei centesimi, per servizi che non esistono più, senza tener conto dei cambiamenti avvenuti in questi anni. E con deroghe circa il diritto al riposo giornaliero e aumento dell’orario settimanale fino a 48 ore anche per 12 mesi”.

Alta l’adesione prevista, con disagi annunciati negli ospedali di tutta Italia, Toscana compresa, e decine di pullman pronti a raggiungere Roma, dove si terrà la manifestazione generale.
“E’ in atto un tentativo di boicottare lo sciopero procrastinando l’assegnazione dei turni. Ma non ci fermeremo di fronte a questo” fanno sapere i sindacati. “Gli infermieri rassicurano la cittadinanza riguardo la garanzia delle cure urgenti e indispensabili, ma la nostra protesta – chiarisce Cesario – è a garanzia della sicurezza delle cure rivolte alla cittadinanza. Chi si farebbe assistere dopo 12 ore di lavoro continuativo, magari in sala operatoria?”.

“Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – afferma il responsabile di Nursind Toscana – in campagna elettorale promette più investimenti e assunzioni nella sanità, ma nella sua regione ha fatto esattamente l’opposto: ha spalancato le porte alla sanità convenzionata e integrativa, finanziando ben 9 milioni di euro al privato per l’assistenza domiciliare e ha di fatto imposto il blocco delle assunzioni alle Aziende sanitarie da novembre 2017. Delle 1800 assunzioni previste sul fronte infermieri ad oggi non siamo neppure alla metà, con 45 milioni di euro di tagli annunciati che colpiranno soprattutto il personale”.
Ma i tagli hanno riguardato anche i posti letto: “La Toscana è la regione che ha tagliato di più sui posti letto in Italia, raggiungendo un rapporto di circa 3,7 posti letto/popolazione contro una media nazionale di 4,2. Scioperiamo anche per questo”, conclude Cesario.
Da parte sua, la Asl Toscana Centro precisa che qualora lo stato di agitazione venisse confermato saranno comunque garantiti i livelli minimi assistenziali, nonché l’integrità operativa nei contesti di alta intensità assistenziale in tutti gli ospedali. La Asl si scusa con l’utenza per qualsiasi disagio o momentaneo disservizio dovesse derivarne.

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