22 Marzo 2018

Per 30 anni dipendenti di BpVi, poi assunti da Immobiliare Stampa e ora rischiano il posto: “Lavoratori di serie B”


I loro colleghi di Banca Popolare di Vicenza hanno mantenuto il posto di lavoro grazie al salvataggio delle banche venete da parte di Intesa San Paolo. Ma per i 5 dipendenti pratesi di Immobiliare Stampa, società del gruppo BpVi che si occupa della gestione e manutenzione degli immobili di proprietà, dal giugno scorso si è aperto un limbo: come altre 700 persone in tutta Italia, dipendenti di altre società del gruppo, non sono state incluse nell’operazione varata dal Governo e approvata dai sindacati nazionali.
Un’operazione per la quale Intesa San Paolo ha ricevuto 5 miliardi di euro dallo Stato per rilevare ad 1 euro la parte sana delle due banche, salvaguardare l’occupazione di 9.800 lavoratori e garantire un maxi-scivolo pensionistico a 9.000 dipendenti, di cui 8.000 lavoratori Intesa e 1000 provenienti da BpVi e Veneto Banca. Dal perimetro di tutela sono rimaste fuori le 700 persone che erano formalmente dipendenti di società satellite di BpVi e Veneto Banca, ma che di fatto lavoravano gomito a gomito con i colleghi, da cui hanno avuto un destino diverso.
Se i bancari, accendendo il computer di lavoro, a giugno scorso, si sono visti dare il benvenuto nel mondo Intesa con un messaggio firmato dal direttore generale Carlo Messina, per i 700 esclusi dall’accordo si è aperto un futuro pieno di incertezze.

Da nove mesi, i dipendenti di Immobiliare Stampa (società di proprietà al 99,8 % di BpVi in liquidazione coatta amministrativa e per la quota restante di Intesa San Paolo) stanno lavorando, ma la loro attività e le loro prospettive si stanno riducendo al lumicino, mese dopo mese, così come le entrate che garantiscono loro uno stipendio: i lavori di manutenzione e gli affitti pagati da Intesa per le sedi degli uffici si stanno ridimensionando, via via che i contratti di locazione si esauriscono, vengono ricontrattati al ribasso e via via che alcune filiali vengono chiuse (domani abbasserà la saracinesca l’agenzia ai Ciliani; stessa sorte per l’agenzia di via Valentini e per gli uffici ai piani superiori della filiale di via Roma che resteranno vuoti).

Per sensibilizzare sulla situazione di 700 famiglie, domani a Vicenza i sindacati Fabi, First e Fisac organizzano una manifestazione pubblica davanti alla sede centrale dell’ex Banca Popolare di Vicenza. “Nonostante l’interessamento delle istituzioni – a Prato ne abbiamo parlato a novembre col sindaco Biffoni – e le rassicurazioni del Governo, i dipendenti di queste aziende e tra queste Immobiliare Stampa sono nella stessa identica situazione di nove mesi fa: nessuna certezza sul loro futuro e l’abisso del licenziamento all’orizzonte” affermano Diego Viti, Lorenzo Leo e Riccardo Meacci, sindacalisti pratesi di Cgil, Cisl e Fabi.

Le richieste dei sindacati, oltre che alle istituzioni e ai commissari liquidatori, sono rivolti al Governo per fare pressione su Intesa, e sulla stessa banca torinese. “Dei 5 miliardi ricevuti subito dallo Stato, Intesa San Paolo ne ha usati 1,5 per i prepensionamenti. I restanti 3,5 miliardi sono serviti a fare un utile di bilancio di 7 miliardi di euro e per distribuire dividendi. Se davvero, come professa, è un istituto di credito attento al sociale, all’ambiente e alle persone, deve smettere di dire che questa partita non è di sua competenza e impegnarsi a tutelare queste 700 persone, a fronte di un personale di 80 mila dipendenti a livello nazionale”.

“Ci sentiamo lavoratori di serie B – dice Giacomo Ossadi, che dopo 29 anni alle dipendenze di Cariprato e Banca Popolare di Vicenza, 3 anni fa ha dovuto firmare per il trasferimento in Immobiliare Stampa -. C’erano delle clausole di salvaguardia come la riassunzione in BpVi in caso di fallimento di Immobiliare Stampa. Mai avremmo potuto pensare che accadesse esattamente l’opposto”.

“Sappiamo che ci sono persone senza lavoro e situazioni più critiche, ma questa situazione a livello psicologico arriva a minare, oltre che la vita professionale, anche equilibri familiari e di salute del singolo lavoratore” dice Riccardo Dali, un altro dei cinque ex lavoratori BpVi passati negli anni scorsi a Immobiliare Stampa e finito nel limbo della precarietà.

Dario Zona

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