6 Giugno 2018

Pagati gli stipendi di febbraio alla RSA Cicignano. La Cgil: “Non basta. Si rischiano le dimissioni in massa”


Pagati sul finire di maggio gli stipendi di febbraio di una parte degli operatori socio sanitari della RSA di Cicignano. “Purtroppo mancano ancora gli stipendi di marzo, speriamo a giorni nell’erogazione, e aprile e la misura è colma. Gli addetti all’assistenza e cura di Cicignano sono allo stremo e già si registrano alcune dimissioni per giusta causa” commenta Sandro Malucchi della FP CGIL di Prato, descrivendo una prospettiva decisamente cupa per il servizio e per gli anziani assistiti della RSA montemurlese. “Lo stipendio non pagato è un motivo più che sufficiente per dire addio all’azienda di punto in bianco. La legge – aggiunge Malucchi – consente al lavoratore di farlo e di non essere tenuto al pagamento dell’indennità di mancato preavviso. Il lavoratore, a questo punto, potrà beneficiare del sussidio di disoccupazione. Risulta razionale ricevere l’assegno di disoccupazione senza andare a lavorare piuttosto che andare a lavorare senza percepire la paga. Se le lavoratrici hanno sopportato fino a questo momento è per la professionalità che le ha finora contraddistinte, ma il tempo sembra scaduto e 15 lettere di dimissioni, su 21 operatori in equipe, giacciono presso il nostro ufficio. Dovessero essere trasmesse la RSA si ritroverebbe senza operatori socio sanitari e infermieri dalla sera alla mattina” conclude Malucchi.

“Concordo pienamente con le dichiarazioni di Sandro Malucchi della Cgil di Prato: la misura è colma. E aggiungo: non solo dal punto di vista delle sacrosante richieste dei lavoratori ma anche per quanto riguarda la qualità del servizio”. Così Nicola Ciolini, consigliere regionale del Pd, interviene sulla situazione del mancato pagamento degli stipendi arretrati agli operatori della coop Agorà. “Ribadisco – aggiunge Ciolini – che la vicenda di Agorà debba farci riflettere sulla necessità di rivedere le norme che regolano l’affidamento nella gestione di alcune strutture di tipo socio-sanitario, perché insieme ai requisiti sulla capacità di rispondere alle aspettative richieste bisognerà trovare il sistema di tutelare la qualità del lavoro che, in questi casi così delicati per l’ambito dei servizi alla persona, non può essere mortificato in nessun modo. Proprio il contrario di quello che sta accadendo da mesi con le Rsa gestite da Agorà. Credo quindi che la Regione Toscana debba velocemente procedere alla risoluzione del contratto con la cooperativa, fare quanto in suo potere perché siamo pagati dipendenti e fornitori, e in questo senso farò presto in Consiglio regionale i passi necessari per favorire questa soluzione” conclude Ciolini.

 

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