17 Settembre 2018

Piano Operativo, ecco come cambierà la città: giardini e parchi nelle frazioni e un nuovo futuro per l’ex Banci


“Il Piano Operativo del Comune di Prato si pone l’ambizioso obiettivo di definire dei modelli di sviluppo locale sostenibile da un punto di vista sociale, culturale ed economico per il futuro della città, facendo propri e declinandoli nella specificità pratese, i temi centrali del dibattito europeo e nazionale in corso sulle politiche urbane, ovvero il riuso e l’ambiente”. Lo hanno affermato questa mattina il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis nel corso della conferenza stampa di presentazione del Piano Operativo che, nel pomeriggio di oggi, sarà discusso e votato, per l’adozione, dal Consiglio comunale. Si aprirà poi la fase delle osservazioni, per giungere all’approvazione finale del Piano nei primi mesi del 2019.

I due temi di dibattito (europeo e nazionale), intimamente connessi, sono la traccia costante su cui si muovono tutte le scelte progettuali del Piano, che cercano di tradurre in termini tecnici strategie di riduzione del consumo di suolo, resilienza e qualità dell’ambiente urbano, capacità della città di affrontare le tematiche relative ai cambiamenti climatici, le isole di calore e la qualità dell’aria.

“L’ultimo piano regolatore della nostra città è il Piano Secchi del 2001, realizzato in circa 10 anni e concepito già a partire dai primi anni ’90. In soli due anni, grazie al lavoro dell’ufficio e alla preziosa partecipazione dei cittadini, abbiamo invece elaborato questo nuovo Piano – il 4 piano regolatore della storia di Prato dal dopoguerra – che sarà in grado di rispondere alle esigenze reali di una città che cresce e che cambia” le parole dell’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis. “Purtroppo, se le pianificazioni urbanistiche non sono del tutto adeguate alle esigenze di una città può succedere che finiscano per bloccarla. Il Comune, invece, non vuole più mettere ulteriori paletti ad eventuali investitori o bloccare ulteriormente il mercato”.

Il Piano Operativo del Comune di Prato risponde e delinea una visione complessiva per lo sviluppo economico della città, in relazione alla competizione in corso tra le città a livello internazionale, cercando di affrontare i temi della complessità del presente e del futuro con un approccio innovativo, sostenibile e ancorato ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Una visione della città che parte dall’identificazione del ruolo strategico che Prato riveste nell’ambito nazionale, regionale e di area vasta, promuovendo e contribuendo ad una prospettiva di sviluppo sovra locale.

Un progetto di città che concretizza la visione di sviluppo del territorio contenuta nell’atto di indirizzo politico, approvato dal Consiglio Comunale a Novembre 2015, gli Indirizzi Programmatici per la formazione della variante al Piano Strutturale e del Nuovo Piano Operativo del Comune di Prato (DCC 89/2015), che ha guidato tutte le scelte di politiche urbane messe in atto dall’Amministrazione a partire dal suo insediamento e che è stato concepito come l’Agenda Urbana di Prato.

Un progetto di città che ha messo in campo, nella sua fase preliminare, uno straordinario sforzo volto al coinvolgimento di tutti i cittadini per l’ascolto delle loro proposte e per condividere le scelte strategiche promosse dall’Amministrazione, che ha previsto un percorso partecipativo e di comunicazione, Prato al Futuro, articolato in molteplici livelli, che hanno visto il confronto con esperti nazionali ed internazionali, con i professionisti della città e in generale con i cittadini in tutte le loro componenti – portatori di interesse, abitanti delle frazioni, associazioni di categoria, ecc. – e uno specifico e innovativo percorso partecipativo per i bambini delle scuole cittadine, svolto insieme al comitato Unicef di Prato.

Un progetto di città che inserisce Prato nel contesto della competizione, attivando politiche urbane finalizzate da una parte alla tutela ed alla promozione del lavoro, con azioni adeguate alle esigenze del distretto del tessile-moda, dei comparti economici esistenti nella città e nell’area vasta e dall’altra introducendo visioni urbane innovative a servizio dei nuovi settori economici. La prospettiva è quella di rendere sempre più attrattiva la città per creare nuove opportunità di investimento e quindi di lavoro, nei settori strategici della città e della Regione Toscana, proiettando Prato nella sfida internazionale dell’impresa 4.0 e cercando di sviluppare, in sinergia con il Piano Smart City, le opportunità che l’essere una delle 5 città italiane sede della sperimentazione sulla tecnologia 5g aprono

In questa direzione vanno le strategie promosse per l’asse della Declassata, delineato come boulevard metropolitano lungo il quale insediare funzioni pubbliche e private di livello sovralocale a servizio dell’innovazione della manifattura della Toscana, a partire dalla valorizzazione del segno di ingresso alla città rappresentato dal Centro Pecci e dalla previsione di un hub dell’innovazione nell’ex Banci (in particolare, attraverso un programma di riqualificazione e nuova edificazione, l’area accoglierà 37mila metri quadrati coperti che ospiteranno un polo dalle molteplici funzioni: direzionali e servizi. Obiettivo è creare un polo di attrazione per investimenti pubblico/privati sull’esempio della fiorentina Ex Manifattura Tabacchi. Il complesso sarà inoltre circondato da una vasta area a verde, un cordone che dall’Ex Banci arriverà a via Ferrucci); la promozione del Macrolotto zero come distretto creativo di area vasta, un quartiere nel quale incentivare le forme innovative di riuso dell’edilizia industriale storica esistente per l’insediamento di nuove funzioni e attrarre e fornire servizi ai comparti economici della creatività presenti nell’area metropolitana – tessile-moda, fashion, ICT, audio visivo, design, ecc -, verso i quali sarà importante sviluppare, nel corso della gestione del Piano Operativo, forme attive di marketing territoriale per incentivare l’incoming; la definizione di programmi specifici dedicati ai comparti industriali omogenei , a partire dal Macrolotto 1 e il Macrolotto 2 (oggetto quest’ultimo di una variante specifica che ha anticipato le strategie del Piano), che rappresentano un asset importante per la declinazione manifatturiera del territorio pratese, per i quali vengono previsti modelli di trasformazione finalizzati a incrementarne la qualità ambientale, insediativa e architettonica. Accanto a queste il Piano sviluppa una strategia complessiva per il Centro Storico e le mura, che prevede da una parte di rinnovare la sua vocazione di polo servizi della città, prevedendo l’implementazione dei poli istituzionali esistenti e la creazione di nuovi, in modo da riportare la frequentazione del centro antico nelle abitudini quotidiane dei pratesi, dall’altra la sua valorizzazione in chiave storico-testimoniale e artistica – con previsioni mirate a continuare nell’azione di riqualificazione degli spazi pubblici, il potenziamento dei poli culturali, la valorizzazione dei complessi monumentali, la previsione di un sistema di accessi veicolari basato su un sistema di parcheggi a corona attorno alle mura del centro e l’implementazione del servizio ferroviario con la stazione del Serraglio -, nella logica di supportare con le politiche urbane il settore turistico della città di Prato, che ha visto numerose azioni messe in campo in questi anni, a partire dal progetto per il Brand Prato.

Un progetto di città che opera nella direzione di costruire una città pubblica, promuovendo il coordinamento delle politiche urbane e quelle di welfare state, grazie alla costruzione di una rete di luoghi e di servizi pubblici e privati – piazze, giardini, parchi, istituzioni, scuole, edifici e spazi per lo sport e la cultura, servizi per il sociale e servizi sanitari, le nuove forme dell’abitare sociale in tutte le sue articolazioni, luoghi di culto, sedi dell’associazionismo, ecc –, diffusi omogeneamente in tutto il territorio comunale, in modo da garantirne la fruizione da parte di tutti i cittadini, nella logica di favorire l’inclusione sociale e spaziale. In questo senso il progetto di Piano conferma e valorizza la dimensione urbana policentrica della città di Prato, caratterizzata dalla presenza di un centro storico principale a cui si affiancano le frazioni, veri e propri centri storici distribuiti nel territorio antropizzato, che garantiscono la diffusione dei servizi e la tenuta sociale e identitaria della città. Il Piano progetta una città pubblica efficiente e prossima ai cittadini, che colloca le funzioni dedicate al welfare state in modo funzionale e in linea con le strategie del disegno urbano complessivo, promuovendo e semplificando la realizzazione di nuovi poli pubblici, le cui nuove architetture, si auspica siano realizzate in modo da introdurre nuovi segni della contemporaneità in città. Allo stesso tempo, il Piano fa propri gli ultimi provvedimenti normativi sui servizi e porta alla massima semplificazione le procedure, nella logica di incentivare l’apertura di nuovi servizi privati, riconoscendone il valore e l’utilità pubblica. Il Piano nell’insieme si muove verso la costruzione di una “costellazione” di poli dedicati al welfare state, interconnessi tra di loro con una nuova rete di collegamenti fondata sui modelli della mobilità sostenibile, grazie al coordinamento ed all’assunzione all’interno del Piano Operativo di tutte le strategie e le indicazioni del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile.

Un progetto di città che punta a promuovere il riuso della città, nella logica di ridurre il consumo di nuovo suolo, introducendo criteri di flessibilità sui tipi di intervento e sulle funzioni, calibrati sulle strategie complessive e sulle funzioni ed attività che si intendono promuovere ed attrarre, e che, più in generale, si inserisce nello scenario più ampio che vede Prato come uno dei luoghi paradigmatici a livello europeo sulle pratiche di riuso: condizione che ha portato la città a coordinare per l’Italia il gruppo di lavoro che nell’ambito dell’Agenda Urbana dell’UE sta sviluppando le future strategie continentali sull’economia circolare, nel quale vengono promosse le istanze dei distretti industriali nazionali, della regione Toscana ed in particolare del distretto tessile pratese. Il riuso è la strategia principale del Piano Operativo e punta a delineare scenari in cui venga preservato il carattere della città nelle sue differenti componenti, in particolare l’intima connessione tra il paesaggio urbano e l’edilizia industriale di alcuni suoi comparti, innovandone i contenuti funzionali e aprendo alla sperimentazione tecnologica e architettonica in relazione alle attività che si intendono attrarre nella città, promuovendo un’immagine di Prato contemporanea che si inserisce a pieno titolo nel dibattito in corso sull’urbanistica della crisi e le nuove dinamiche di trasformazione e gestione urbana. Il riuso, infine, è individuato come una vera e propria strategia per il rilancio del comparto edilizio nel breve periodo: si sta assistendo, infatti ad una lieve ripresa del settore e il Piano Operativo, grazie alle dinamiche di semplificazione ed alle nuove possibilità di intervento sull’esistente che introduce, ambisce a mettere in moto le migliori forze della città – professionisti, associazioni di categoria, imprese, ecc – facendo partire interventi di riuso e trasformazione del tessuto edilizio cittadino per il miglioramento sismico e l’efficientamento energetico, per ampliamenti delle abitazioni e dei luoghi di lavoro, piccole ristrutturazioni: una molteplicità di lavori che nell’insieme si auspica diano riposte concrete alle esigenze immediate dei cittadini e delle imprese, attivando il settore dell’edilizia con la conseguente creazione di posti di lavoro.

Nello specifico, per i cittadini il Piano facilita interventi, prima non consentiti, che possono sfruttare due importanti bonus fiscali: quello sull’efficientamento energetico e quello per l’adeguamento sismico (che può permettere un recupero fino al 70% delle risorse investite). Gli interventi consentiti dal Piano, ad esclusione del patrimonio edilizio storico, permetteranno, ad esempio, laddove di poter trasformare i sottotetti in abitazione o di demolire e ricostruire l’immobile adeguandolo alle normative sull’efficienza energetica e antisismiche. Interventi di trasformazione e riutilizzo in senso abitativo saranno possibili anche per i piccoli stanzoni adiacenti all’abitazione. Infine, saranno consentiti ampliamenti abitativi fino al 20% della superificie (fino a un massimo di 70 metri quadrati).

“Dal nostro punto di vista, questo è un Piano Operativo che presenta una visione strategica importante ma che rimane anche con i piedi ben piantati a terra – il commento del presidente della Commissione 4 Massimo Carlesi – nel senso che è un piano che vuole essere molto vicino alle esigenze reali dei cittadini e vuol dare loro tutte le indicazioni per poter agire il più liberamente possibile su quelli che sono i propri beni personali”.

Un progetto di città che delinea una precisa strategia di sviluppo locale per le aree agricole del territorio, fondata sul riconoscimento della loro importanza da un punto di vista ambientale ed ecosistemico e che promuove forme di gestione territoriale integrate atte a incentivare la produzione agricola biologica, la distribuzione dei prodotti agro-alimentari secondo i modelli delle filiere corte e il turismo eco e sostenibile, grazie alla valorizzazione delle straordinarie testimonianze storiche ancora oggi presenti come le Cascine di Tavola e il sistema delle gore e dei mulini. Il Piano Operativo delinea uno scenario tutela degli elementi costitutivi del paesaggio in queste chiavi di sviluppo locale, delineando e proponendo una strategia di valorizzazione del territorio da estendere a tutto il Parco Agricolo della Piana.

Un progetto di città che pone i temi ambientali al centro di tutte le scelte, che porta Prato a pieno titolo all’interno del dibattito internazionale più aggiornato in corso su come le città dovranno affrontare i temi di resilienza che si pongono di fronte in relazione ai cambiamenti climatici ed alla salute pubblica. Un contributo, quello del Piano operativo, che si muove nella direzione di affrontare i temi ambientali alla scala del territorio, definendo una innovativa e intima connessione tra gli scenari urbani prefigurati e le strategie di miglioramento della qualità della vita in città. Temi ambientali urbani, significano natura, alberi, aree verdi pubbliche e private, spazi e direttrici di connessioni ecologiche, rispetto ai quali il Piano definisce le strategie e le modalità di intervento con una precisa finalità : interpretare la natura nella città come una vera e propria infrastruttura territoriale, uno strumento attivo nei confronti dei cambiamenti climatici, dei temi ambientali e al quale assegnare un nuovo ruolo attivo per il miglioramento della salute dei cittadini. Il Piano progetta un sistema continuo verde che è finalizzato a migliorare la qualità dello spazio pubblico in modo da promuovere gli stili di vita sani all’aperto per i cittadini, così come stabilito nella Carta di Toronto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, introducendo una delle grandi sfide culturali e politiche dei prossimi anni: trasformare la spesa pubblica per la realizzazione e la gestione del verde urbano in spesa per la prevenzione sanitaria. L’infrastruttura verde è progettata secondo un disegno organico che sviluppa i differenti significati del verde urbano, come strumento atto a incrementare la resilenza della città, per il miglioramento della qualità dell’aria (sia come produzione di ossigeno, che di assorbimento degli inquinanti), per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, la riduzione egli effetti delle isole di calore urbano, di assorbimento delle acque meteoriche, ecc. Accanto alla definizione delle aree non costruite come sistema integrato di spazi verdi, il Piano Operativo affronta anche il tema del costruito in una chiave ambientale, ovvero come gli edifici esistenti e quelli previsti possano avere anch’essi un ruolo attivo sui temi ambientali, in un’inedita visione che integra il sistema della natura e quello del costruito. A questo tema di pianificazione complessivo, la città di Prato grazie alla sperimentazione sulla tecnologia 5G, affianca un tema sulla misurabilità degli effetti nei confronti dell’ambiente urbano e della salute dei cittadini di questo network verde pianificato nell’ambito del Piano Operativo, in stretta sinergia Piano Smart City: la forestazione urbana e l’avvio della transizione digitale della città introducono Prato in nuovi, inesplorati scenari, che potranno aprire nuovi settori di ricerca, innovativi comparti economici e nuovi servizi ai cittadini ed alle imprese.

Un progetto di città che si attua esclusivamente tramite gli interventi sull’esistente e lo strumento della perequazione, che pone al centro di tutte le scelte progettuali l’interesse pubblico e la visione complessiva della città a servizio della collettività. La città pubblica progettata dal Piano è un disegno complessivo, che tiene in un’unica visione unitaria i temi descritti in precedenza, come gli spazi aperti, le connessioni fisiche ed ecologiche, la rete dei servizi nel territorio, la forestazione e i temi ambientali: un disegno complessivo che si attua, dove non interviene in aree di proprietà pubblica, impiegando in modo privilegiato lo strumento della perequazione. La perequazione nel Piano interviene con due finalità. La prima è quella di continuare nell’azione di acquisizione di edifici posti nelle aree strategiche della città – in particolare il Centro storico, lungo le mura urbane e nel Macrolotto zero -, in modo da permettere al Comune di strutturare politiche attive volte a concretizzare le strategie delle politiche urbane previste in quelle aree, grazie al potenziamento o l’inserimento di nuove funzioni istituzionali, culturali o a servizi. La seconda è finalizzata alla costruzione del network di spazi verdi a servizio dei temi ambientali e della salute dei cittadini, grazie alla previsione di acquisire con la perequazione un’imponente quantità di aree aperte, circa 75 ettari, nelle quali il Comune potrà attuare politiche attive di forestazione urbana: le strategie prevedono l’acquisizione di aree nelle parti più costruite e con una densità abitativa maggiore, in modo da andare ad incidere positivamente su temi ambientali proprio nelle aree con maggiore necessità. Le previsioni del Piano prevedono di attuare, grazie alla perequazione, nuovi polmoni verdi all’interno della città, piccole aree naturali e grandi parchi con un’importante vocazione ambientale e interconnessi alle aree verdi esistenti.

Un progetto di città, infine, che cristallizza, coordina e sintetizza in una visione urbana unitaria le strategie prefigurate nell’Agenda Urbana di Prato, che ha promosso un modello di governance che ha previsto l’integrazione tra i diversi strumenti di pianificazione del Comune – in particolare DUP (Documento unico di Programmazione), PAES (Piano di Azione Energia Sostenibile), PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile), POP (Piano triennale delle Opere Pubbliche) e Piano Smart City – in una logica di politiche intersettoriali a cui, accanto alla visione strategica nel medio-lungo periodo, ha da subito affiancato progetti in grado di concretizzare e anticipare quelle strategie. In questo senso tutti i progetti messi in campo in questi anni, come il Progetto 100 piazze nel Centro Storico e le Frazioni, il Parco Centrale, il Piano di Innovazione Urbana PIU al Macrolotto zero, il PRIUS a Palazzo Pacchiani ed il Bastione delle Forche, il Parco Fluviale Riversibility, l’interramento della Declassata, il potenziamento degli edifici scolastici, sportivi e sociosanitari, il sistema dei nuovi percorsi ciclabili, il masterplan della Cascine di Tavola, ecc. sono parte integrante del disegno generale, in quanto sue anticipazioni e si trovano inseriti in modo sinergico con il progetto complessivo della città del Piano Operativo. L’Agenda Urbana di Prato è stato lo strumento di pianificazione strategica che ha guidato tutte le azioni di politiche urbane messe in campo dall’Amministrazione Comunale fin dal suo insediamento: il Piano Operativo prende il testimone di quelle strategie e pianifica quelle visioni in un progetto organico di città.

Questi, in sintesi, i numeri del dimensionamento delle trasformazioni del nuovo Piano Operativo: 154.534 metri quadri il totale della nuova edificazione per quanto riguarda il comparto residenziale; 48.860 metri quadri per il settore commerciale-industriale; 26.986 metri quadri per il commercio al dettaglio; 9.592 metri quadri nel settore turistico-ricettivo; 32.557 metri quadri per le attività direzionali e di servizio; 31.368 metri quadri per commercio all’ingrosso e depositi. Non è prevista alcuna nuova edificazione per quanto riguarda invece le aree agricole, mentre – come già accennato – sono previsti 75 ettari di nuova forestazione urbana.

Il Piano Operativo ambisce a dare a Prato gli strumenti e le strategie per mettere la città nelle condizioni di partecipare a pieno titolo nella competizione globale in corso tra aree urbane, promuovendo una città contemporanea, sostenibile, innovativa e attrattiva per il lavoro e gli investimenti nei settori economici tradizionali e nascenti. Introduce nelle politiche urbane strategie di urban management in sinergia con il Piano Smart City e le opportunità che la sperimentazione sulla tecnologia 5g aprono. Progetta una città del welfare che porta i servizi e gli spazi pubblici vicino ai cittadini interpretando e valorizzando nella logica dell’inclusione sociale e spaziale la dimensione policentrica della città di Prato, che affianca al centro storico le frazioni. Promuove il riuso dell’esistente come strategia principale, nella logica di ridurre il consumo di nuovo suolo e per valorizzare anche in termini di politiche urbane la vocazione di Prato come città paradigma dell’economia circolare in Europa. Affronta le grandi sfide sui temi ambientali con inedite scelte che coniugano i temi di sviluppo e quelli di resilienza urbana in una visione olistica che mette la salute dell’ambiente e quella dei cittadini al centro di ogni azione.

Un progetto di città sviluppato direttamente dagli uffici del Comune, alle cui alte professionalità sono stati affiancati esperti di livello nazionale ed internazionale su alcuni temi, nella logica di costruire un Ufficio di Piano che, partendo dalla condivisione e dall’intima conoscenza delle strategie di sviluppo nel medio periodo della città contenute nell’Agenda Urbana di Prato, non si limiti alla redazione del Piano Operativo ma anche della sua gestione, che agisca come una struttura di pianificazione costantemente impegnata a verificarne l’efficacia e gli effettivi impatti e a rispondere alle necessità della città e ai cambiamenti che, in questo momento storico, avvengono in modo repentino.

“È importante sottolineare come questo sia il Piano del Comune di Prato in tutti i sensi. È il Piano della città a servizio della città” ha precisato il sindaco Matteo Biffoni. “Era necessario dotare Prato di uno strumento di progettazione così avanzato anche per proiettarla in una dimensione del tutto nuova e dare al nostro territorio nuova linfa vitale”.

Il prossimo step è previsto per oggi pomeriggio con l’adozione del Piano in Consiglio comunale, mentre mercoledì 26 settembre dalle ore 17 alle ore 19 nel Salone consiliare di Palazzo Comunale è previsto l’appuntamento con l’assemblea pubblica di presentazione del Piano, nella quale il Sindaco e la Giunta presenteranno il lavoro svolto dall’Ufficio di Piano e le strategie per il futuro del territorio.

Da lunedì 1 ottobre l’Ufficio di Piano sarà aperto per ricevere il pubblico. Tutto il materiale relativo al nuovo Piano Operativo sarà consultabile da domani, martedì 18 settembre, sul sito del Comune di Prato.

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