7 Novembre 2018

Agguato a colpi di spranghe a due operai che si erano ribellati allo sfruttamento in fabbrica: la denuncia del Si Cobas


Un agguato in piena regola ai danni di due operai pakistani, richiedenti asilo, che nelle scorse settimane si erano rivolti al sindacato Si Cobas per rivendicare i loro diritti e che ieri sera, mentre tornavano da lavoro in bici, sono stati presi di mira da quattro cittadini cinesi armati di spranghe. Il fatto è accaduto in via Montalese, all’altezza del sottopasso pedonale di viale Fratelli Cervi.
Gli aggressori, che probabilmente avevano anche un coltello, hanno prima lanciato alcune bottiglie di vetro, poi hanno colpito una delle vittime con delle mazze. Il 32enne è stato ricoverato in ospedale in codice rosso, dove è stato giudicato guaribile in 10 giorni, mentre il collega è riuscito a scappare ed è praticamente illeso. Sull’episodio indaga la polizia, che ha anche acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona.

“Si tratta fuori da ogni dubbio di un gravissimo atto intimidatorio – denuncia il Si Cobas -. Adeel e Abbas sono due dei lavoratori della Ds che a luglio si sono rivolti a noi denunciando una situazione di vera e propria schiavitù: turni di 12 ore al giorno, sette giorni su sette, per buste paga da fame. Lì iniziava un lotta dura, passata da scioperi e denunce pubbliche, che ha portato ad un primo accordo, e quindi al riconoscimento formale dei diritti fondamentali dei lavoratori: retribuzioni in linea con il contratto Tessile per 40 ore settimanali di lavoro, riconoscimento di riposo settimanale, ferie, malattie e tredicesima. E’ evidente che i padroni del settore sono terrorizzati dall’idea che questa storia di riscatto faccia da apripista per molte altre. E infatti già decine e decine di lavoratori impiegati nelle fabbriche tessili a conduzione cinese si sono rivolti agli sportelli del nostro sindacato. In tutti i casi le condizioni di sfruttamento denunciate sono pressochè identiche a quelle descritte già per la Ds. Si tratta di un “segreto di pulcinella”: tutti sanno – istituzioni in primis – della realtà di schiavitù e illegalità totale che si nasconde dietro le mura di moltissime fabbriche tessili del territorio. I lavoratori aggrediti stanotte sono tra quelli che hanno avuto il coraggio di denunciare e combattere un sistema intollerabile di sfruttamento che schiaccia migliaia di lavoratori, in primis cinesi e richiedenti asilo asiatici ed africani”.

Oggi pomeriggio davanti alla prefettura si è tenuto un presidio organizzato dal sindacato Si Cobas, presidio al quale ha preso parte anche Adeel, uno dei due lavoratori aggrediti: “Stavamo uscendo dal sottopassaggio quando quattro persone, che erano lì ad aspettarci, ci hanno aggrediti senza nessun motivo – ha raccontato -. Erano armati di coltelli e bottiglie, uno di loro mi ha lanciato una bottiglia di vetro addosso, ho avuto paura ma sono riuscito a scappare. Questa mattina sono andato subito in questura per denunciare quanto avvenuto”.  Una nuova manifestazione, organizzata sempre da Si Cobas, si terrà il prossimo 17 novembre, con partenza dalla stazione centrale.

Sull’episodio interviene anche la Cgil: “Non sappiamo le motivazioni dell’aggressione ai due lavoratori dipendenti della DS di Montemurlo. Sappiamo però che avevano denunciato la loro condizione di sfruttamento, la stessa da noi denunciata per altre migliaia di lavoratori sul territorio. – dichiara Massimiliano Brezzo, segretario della Filctem di Prato e di Pistoia – L’aggressione è avvenuta nello stesso giorno nel quale a Pistoia è stata smantellata una organizzazione che sfruttava lavoratori richiedenti asilo per la raccolta in agricoltura.
E questo alla fine di quelle indagini che da anni chiediamo anche a Prato dove le aziende che sfruttano riaprono in poche ore – continua Brezzo – Riteniamo che non si possa attendere oltre, visto che sta cominciando a scorrere il sangue dei lavoratori sfruttati.
E ribadiamo – conclude Brezzo – la nostra proposta di farsi sentire con Roma. Tutti insieme, come abbiamo fatto ogni volta che Prato è riuscita a smuovere qualcosa”.

Il portavoce di Prato 2040 Diego Blasi esprime solidarietà a sindacato e lavoratori: “Quanto accaduto ai due operai della DS di Montemurlo è grave e inquietante – scrive Blasi – Sui diritti di chi lavora non si scherza. E una battaglia vinta dai lavoratori, che può aprire la strada a una mobilitazione diffusa in tutto il nostro territorio, fa paura ai troppi imprenditori che sfruttano i più deboli e la loro condizione di fragilità. Sono decine e decine quei lavoratori sfruttati nelle fabbriche a conduzione cinese nella nostra città e non si può esser massacrati di botte e bastonate per aver avuto il coraggio di denunciare condizioni di lavoro scandalose e senza dignità, che peraltro riguardano in primis proprio gli stessi cinesi, tanti richiedenti asilo e oggi sempre più italiani disposti a tutto pur di lavorare”.

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