15 Novembre 2018

Visite ginecologiche clandestine, licenziati dall’Asl i 4 medici del Santo Stefano


Sono stati licenziati i quattro medici dell’ospedale Santo Stefano, coinvolti nella vicenda delle visite ginecologhe clandestine che avvenivano a fronte di pagamenti a nero e in favore di cittadini cinesi. A comunicarlo è la stessa Azienda Usl Toscana Centro che ha già provveduto a rinforzare l’organico del reparto con l’assunzione di nuovo personale.

I quattro dipendenti dell’Azienda Sanitaria – Elena Busi, Simone Olivieri, Ciro Comparetto e Massimo Martorelli – sono accusati di aver visitato pazienti cinesi durante il proprio orario di lavoro, nelle strutture pubbliche come l’ospedale e il Giovannini, accettando pagamenti in nero che potevano fruttare anche 100 euro per ogni singolo appuntamento. I quattro alimentavano, di fatto, una sorta di canale preferenziale illecito, consentendo ad alcune pazienti di saltare completamente la fila del Cup e utilizzando strumenti e locali pubblici per offrire prestazioni sanitarie.

Nelle scorse settimane la procura di Prato ha chiuso le indagini preliminari, notificando agli indagati gli atti. Busi, Olivieri, Comparetto e Martorelli rispondono a vario titolo dei reati di peculato e truffa. Coinvolti nel maxi giro di visite clandestine anche 9 cittadini cinesi che, fungendo da intermediari, mettevano in contatto le pazienti orientali con i professionisti del Santo Stefano.

Resta indagato per omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale, il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia, Giansenio Spinelli, che nei giorni successivi al deflagrare dell’inchiesta è andato in pensione e attualmente non è più in forza all’Asl. Secondo l’accusa, nonostante fosse venuto a conoscenza delle visite clandestine eseguite dal dottor Comparetto, non avrebbe denunciato le irregolarità e gli abusi messi in atto dal collega. Titolari dell’inchiesta, i sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli.

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