25 Ottobre 2011

Treno deragliato a Vaiano nel 2009: si rischiò
una strage come quella Viareggio


“La verifica di integrità di componenti critici non può essere demandata a valutazioni soggettive e visive”.  “Il concetto di vita infinita di alcuni componenti ferroviari importanti ai fini della sicurezza non è sostenibile, ma bisogna dare alle componenti un valore temporale limitato”. Sono le conclusioni della relazione stilata dalla
commissione di indagine del Ministero dei Trasporti sull’incidente ferroviario di Vaiano del giugno 2009, quando un vagone cisterna con all’interno il pericoloso acido fluoridrico si staccò da un treno merci, distrusse 3 chilometri di ferrovia einvase il binario adiacente, provocando un piccolo urto con un treno pendolari proveniente da Prato.
Non ci furono vittime e feriti solo per fortunate coincidenze. La Procura di Prato il mese scorso ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, perchè la normativa vigente all’epoca è stata rispettata. La commissione ministeriale ha concluso che la frattura sulla balestra, che aveva 33 anni di vita, c’era anche prima della revisione del carro
e che controlli approfonditi – e non quelli semplicemente visivi adottati normalmente – l’avrebbero svelata. Per la commissione è impensabile che “materiali pericolosi possano viaggiare su balestre ultratrentennali per le quali non esiste un programma preventivo di controllo per  evitare incidenti dovuti alla rottura delle balestre stesse” e soprattutto, la commissione chiede una nuova normativa “per evitare che carri vecchi e non adeguatamente controllabili possano circolare senza che sia stata valutata la vita residua dei loro componenti a maggior tasso di logoramento”.

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