CSN, LE ACCUSE A TOZZI E CALISSI. SEQUESTRATI BENI PER OLTRE UN MILIONE


Dei contributi pubblici stanziati da Comune e Regione per la cura degli animali, ben poco era utilizzato a questo scopo, e la maggior parte finiva in spese di gestione e spese per il personale. E’ questa l’accusa che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di malversazione, di Massimo Calissi e Gilberto Tozzi, rispettivamente ex presidente ed ex direttore del Centro di Scienze naturali di Galceti.  A entrambi sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di un milione e 185 mila euro: sei case, tre terreni, oltre a titoli e conti correnti a Gilberto Tozzi; denaro e due auto a Massimo Calissi.
L’indagine della Procura di Prato, portata avanti dai militari del nucleo di polizia tributaria della Finanza, ha scandagliato i bilanci dal 2007 al 2010 della Fondazione che gestisce il parco di Galceti. In quattro anni, su 1 milione e 185 mila euro destinati da Comune e Regione per il recupero e la cura della fauna selvatica presente nel Centro, soltanto 18.530 euro sono stati spesi per l’acquisto di medicinali e mangimi, a fronte dei 332.400 euro ritenuti necessari secondo una stima della Polizia Provinciale. La gran parte delle risorse pubbliche erano invece destinate alle spese per il personale, che nei quattro anni presi in esame, ammontano a 1 milione e 92 mila euro, di cui oltre 538 mila sono stati percepiti dalla famiglia Tozzi e da Calissi.  La gestione della Fondazione, definita dagli inquirenti approssimativa e arbitraria, sarebbe andata a discapito degli animali.

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