15 Novembre 2013

Fondo Santo Stefano, oltre un centinaio le domande presentate in due anni


Oltre un centinaio le domande (111 per l’esattezza) di cui 87 giunte al vaglio della banca che ne ha approvate il 60% fra le quali 15 sono di donne. E’ il bilancio di circa due anni di attività del Fondo Santo Stefano, che a Prato si occupa di microcredito per le aziende e che, a fronte delle domande accolte, ha già sostenuto progetti per circa un milione di euro.
“Il Fondo Santo Stefano serve a dare risposte concrete a chi è in difficoltà e i numeri dimostrano l’efficacia del progetto – ha detto Gestri – Il nostro obiettivo è rafforzare l’attenzione della città e raggiungere chi cerca, spesso disperatamente, una soluzione come questa per uscire dalla disoccupazione o per entrare nel mondo del lavoro”.
Maurizio Nardi ha sottolineato l’aspetto l’importanza dell’aspetto sociale e psicologico, oltre che economico, dell’aiuto che offre il Fondo. “Il microcredito è un progetto di solidarietà sociale che tende una mano anche alla solitudine, che troppo spesso si accompagna alla povertà – ha detto Nardi – Ai giovani soprattutto offriamo competenze e tutoraggio proprio perchè mantenere l’entusiasmo dei ragazzi è fondamentale per cercare di dar loro un presente professionale”.
Nel febbraio del 2013 la Provincia è entrata ufficialmente nel Fondo Santo Stefano portando una dote di 50 mila euro, firmando una convenzione che ha intensificato la collaborazione.
Oltre la metà delle domande pervenute riguardano una ditta individuale, sia per la nascita di una attività (66%) sia per lo sviluppo (34%). Le tipologie di attività avviate spaziano in molti settori. C’è il tessile naturalmente, con punti di produzione moda e sartorie, ma anche agenzie di rappresentanza. C’è il commercio, con alcuni negozi anche on line, bar, mercerie, articoli sportivi, alimentari, fiori e birra artigianale. Alcune richieste vengono dal mondo agricolo, con le produzioni della filiera corta, e da quello dell’artigianato, come il laboratorio per la lavorazione della pelle, il centro estetico e il laboratorio di Tattoo. E poi termoidraulica, consulente aziendale, amministratore di condominio “multiculturale”, noleggio gonfiabili, padroncini, odontotecnici, installazione fontanelli e giornali on line.
I canali da cui arrivano le domande sono diversi. Anzitutto un ruolo importante lo svolge il Centro per l’impiego, soprattutto per le nuove attività, che trasmette oltre il 50% delle domande. Nel caso delle start up in particolare chi decide di mettersi in proprio proviene quasi sempre da situazione di disoccupazione e l’impresa diventa quindi la speranza di un reddito. Ma fanno la loroparte anche commercialisti e associazioni di categoria. Grazie ad un accordo con l’Ordine dei dottori commercialisti e dei consulenti del lavoro, il Fondo offre la possibilità di un tutor gratuito che accompagna alla presentazione della domanda e segue il neo imprenditore anche nel primo anno di vita se finanziato. Da aprile 2013 è stata costituita anche l’associazione di volontariato “Insieme per il Fondo Santo Stefano” con lo scopo di promuovere il progetto, coinvolgere la cittadinanza e raccogliere fondi.

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