16 Dicembre 2013

Natale amaro per i dipendenti della Banca Popolare di Vicenza e il sindacato diserta l’incontro degli auguri con l’azienda


Un lettera aperta al presidente della Banca Popolare di Vicenza per chiedergli di cambiare rotta sia sul fronte della gestione dei dipendenti che nei rapporti sindacali. E’ quanto scritto dalla Fisac Cgil a Gianni Zonin, numero uno della BpVi. Ecco l’intervento integrale.
“Il 2013 è stato un anno difficile, portatore di grande conflittualità che ha investito ogni cosa, un fiume in piena scosso da grandi alluvioni che ha colpito tristemente tutto. Relazioni e rapporti umani sbriciolati senza un vero perché. Amaramente si dice che le crisi siano anche portatrici di cose buone, ma sinceramente non ne abbiamo ancora colte. Il nostro Gruppo ha vissuto e sta vivendo una fase complessa che ci avvicina ad altri attori del settore del credito. Ma non è un “mal comune-mezzo gaudio”, perché altrove l’attenzione verso i dipendenti è stata maggiore. Altrove si è capito che motivare e incoraggiare i propri lavoratori, anche in momenti di contrasto e disaccordo, poteva essere la medicina giusta. E così è stato. Malgrado gli importanti risultati raggiunti attraverso il lavoro di tutti i dipendenti, non ultimo il recente aumento di capitale che in poche settimane ha portato al rafforzamento patrimoniale di cui eravamo estremamente bisognosi, la scelta strategica è stata la disdetta e la revoca di tutti gli accordi e del contratto integrativo, in ogni società del Gruppo. Una scelta inopinata e inopportuna fatta in un momento estremamente sbagliato. A tutti noi dipendenti Bpvi (da Trieste a Torino, fino a Trapani) è sembrata una musica stonata, suonata da musicisti in difficoltà. Ed è per questo che come organizzazioni sindacali abbiamo deciso di manifestare il nostro malessere non partecipando all’’incontro di sabato: Il “tradizionale” appuntamento che, da sempre, caratterizza la sua presidenza e coinvolge la “grande famiglia” della Banca Popolare di Vicenza. Ci sembra che l’usuale clima di amicizia e cordialità che finora aveva accompagnato l’iniziativa, sia stato d’un colpo cancellato e presenziare, con mascherato e non autentico spirito natalizio, sarebbe un atteggiamento non sincero. Quindi caro presidente, in questo clima natalizio, La invitiamo a rileggere il famoso “Canto di Natale” di Charles Dickens. La morale di quel racconto dice che si è sempre in tempo per ravvedersi delle proprie scelte e modificare la propria rotta, e pertanto, speranzosi, auspichiamo il ritorno ad un migliore clima aziendale e ad una fattiva collaborazione come nel passato”.

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