19 Dicembre 2013

Sigilli ad una cittadella dell’illegalità cinese a Montemurlo: trovati loculi e abusi edilizi. Solo un estintore era funzionante


Continuano senza sosta i controlli della polizia municipale di Montemurlo a contrasto dell’illegalità economica e della promiscuità tra insediamenti produttivi e abitativi. Questa mattina una squadra della municipale – coordinata dal vice comandante, Gioni Biagioni e da un ufficiale, assieme a cinque agenti e all’esperto tecnico geometra del Comune che affianca le operazioni – ha effettuato alcuni sopralluoghi per verificare il rispetto delle normative nei capannoni artigianali della zona di Oste. L’accertamento ha portato alla luce una situazione di estrema pericolosità, che agli agenti è apparsa subito come molto simile al luogo della tragedia di Prato del 1 dicembre scorso. In un grande capannone di circa 700 metri quadri era stata costruita una vera e propria cittadella. Gli spazi erano stati divisi in due porzioni comunicanti tra di loro tramite una pannellatura longitudinale in cartongesso di oltre 60 metri. In ogni porzione erano state create due aree comunicanti, ciascuna adibita sia a laboratorio che a dormitorio con la realizzazione di una ventina di camerette, tutte prive di illuminazione naturale, senza finestre e di neanche se metri quadri ciascuna.
Nei laboratori sono state trovate 45 macchine elettriche tipo taglia e cuci e sono stati sorpresi a dormire nelle stanzette una ventina di cittadini cinesi, tutti regolari. L’unica ditta presente nello spazio è risultata essere un tomaificio per la lavorazione della pelle, con numerosi articoli in preparazione. Diverse le violazioni rilevate per la promiscuità tra l’attività lavorativa e quella abitativa, anche perché erano ben evidenti due cucine, servite da gas Gpl, prive di ogni criterio di sicurezza, così come gli impianti elettrici improvvisati a servire le camerette e l’attività artigianale. Anche in seguito ai terribili fatti di Prato, gli agenti hanno controllato gli estintori, in tutto sei di cui solamente uno efficiente. “In caso d’incendio chi si fosse trovato a dormire all’interno difficilmente avrebbe trovato la via di fuga vista l’intricata costruzione dei manufatti e la sua natura altamente infiammabile, situazione aggravata dalla presenza all’ingresso principale di un lucchetto chiuso”, commenta il vice- comandante Biagioni. “In questi quattro anno abbiamo sequestrato oltre 180 capannoni usati illegalmente ed è nostra intenzione proseguire su questa strada a
contrasto della legalità economica e a tutela della salute e del rispetto dei diritti dei lavoratori”, conclude il sindaco Lorenzini. Un secondo sopralluogo, effettuato in un immobile sede di una ditta di produzione di maglieria, in particolare sciarpe e cappelli, invece, non ha evidenziato irregolarità. All’interno sono stati trovati sei cittadini cinesi e il proprietario, chiamato dai cittadini cinesi, giunto sul posto, ha affermato di essere attento a come i cittadini utilizzano l’immobile e di effettuare frequenti sopralluoghi. Identica situazione nel magazzino a fianco, anch’esso di proprietà della stessa persona, dove l’attività in quel momento era ferma ed era presente il titolare a riordinare gli spazi.

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