20 Gennaio 2014

Inchiesta Lucignolo 2.0 sul distretto parallelo: “I vestiti da sogno delle passerelle li fanno gli schiavi”


Capannoni lager, commistione fra lavoro nero e commesse di grandi firme, questione mutui facili e poi l’intervista al “cinese-pentito”, l’unico che ha avuto il coraggio di denunciare il proprio datore di lavoro. Tutto questo nel servizio inchiesta sul distretto parallelo cinese a Prato della trasmissione di Italia 1, “Lucignolo 2.0” andato in onda ieri in prima serata sul canale Mediaset. L’apertura è dedicata al “cinese-pentito” rimasto ferito sul luogo di lavoro che racconta come fosse costretto a stare in fabbrica “18 ore al giorno: dalle 7 del mattino all’una di notte”. Poi il racconto di come è stato reclutato in Cina per entrare in Italia “pagando 5mila euro per non avere problemi”. “Non sono uno schiavo – racconta – ma non c’era alternativa. Eravamo sprangati dentro mentre lavoravamo e non c’era affatto sicurezza”. L’inchiesta poi si sposta sul caso Fred Mello, i cui capi originali sono stati trovati dal gruppo interforze in un capannone cinese nel corso di un blitz. Il legale del noto marchio d’abbigliamento, al quale è legata per le sfilate in passerella anche Belen Rodriguez, racconta come loro “fossero all’oscuro di tutto”. “Ci affidiamo ad un terzista – dice – che poi si rivolge a dei pronto moda. Noi però non sappiamo quali. Quindi non ci può essere fatto alcun addebito”. Infine la questione mutui facili con erogazioni di 396mila euro a fronte di una dichiarazione dei redditi di 383 euro, oppure un mutuo da 190 mila euro a fronte di una dichiarazione in perdita di 19mila euro.

“Agli artigiani pratesi – racconta l’assessore Milone – invece sono stati negati prestiti da 20mila euro, nonostante ci fossero garanzie immobiliari”.

NEL LINK IL SERVIZIO INTEGRALE DI LUCIGNOLO 2.0

Stefano De Biase

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agostino
agostino
10 anni fa

l’è nova! Milone sarà anche sceriffo ma ha ragione.Con i finti buonisti siamo andati da poche parti…