27 Gennaio 2014

Oltre 3mila attività chiuse, abbandono scolastico in aumento e livello di furti più alto della Toscana: i dati del Report sociale 2013 della Provincia


Una città che fa fatica a uscire da una crisi strutturale, in cui nel 2012 ci sono state oltre 3mila cessazioni di rapporti di lavoro e 3500 attività che hanno chiuso i battenti. Una città che deve lottare contro un abbandono scolastico di quasi il 20% e che deve fare i conti su un aumento di stranieri residenti di quasi 10 punti percentuali in dieci anni; un problema e insieme una risorsa, visto che il 43% delle attività avviate alla fine del 2012 sono in mano a non italiani, con un accento particolare sulle confezioni tessili, per l’81% gestite da cittadini cinesi. Sono solo alcuni dei dati del Rapporto dell’osservatorio sociale della Provincia di Prato, presentato oggi a palazzo Buonamici. Uno strumento utile per capire l’andamento di una città che cambia e che presenta dati anche allarmanti, anche per quel che riguarda la sicurezza, con una percentuale di furti d’auto e scippi che ci vede primi in Toscana. “È una panoramica che ci fa capire cosa succede nel nostro territorio – conferma l’assessore alle politiche sociali della Provincia di Prato Loredana Ferrara – per essere da supporto all’azione politica che va costruita sul territorio. I numeri dell’aumento dell’abbandono scolastico, della violenza di genere, soprattutto in fasce culturalmente elevate, dell’abbandono delle donne nel mondo del lavoro sono tutti gli strumenti per far sì che la politica possa dare risposte concrete”.
All’interno dell’evento è stato presentato anche il Report 2013 dell’Emporio della Solidarietà: un altro campanello d’allarme, con un aumento del 12% delle tessere famiglia per oltre 2mila tessere attive, a fronte di una diminuzione dei rifornimenti da parte della grande distribuzione. “Abbiamo aiutato 250 famiglie in più rispetto all’anno precedente – dice il coordinatore dell’Emporio di via del Seminario, Marcello Turrini – questo la dice lunga sulle nuove povertà che affliggono il territorio. Del totale, il 53% degli utenti sono italiani. Inoltre, abbiamo difficoltà a reperire prodotti, visto che i supermercati hanno minor disponibilità e gli aiuti dell’Unione Europea non arrivano più”.

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Gimax
Gimax
10 anni fa

Questa è la situazione della città…. e c’è chi ancora sostiene i partiti che c’hanno ridotto così! C’è ancora chi va dietro al PD che punta sul monopoli di Biffoni o chi segue il centro destra che preferisce spendere con Cenni mezzo milione di euro per un monumento “astratto” come il vento, mentre per le cose vere, quelle “concrete” non c’è un centesimo di euro! Complimenti vivissimi ai nostri cari politici!

Giorgio
Giorgio
10 anni fa

Prato se è così, per prima cosa molto dipende dalla crisi mondiale, ma una colpa molto grave c’è l’ha sia i politici ma soprattutto che ha smesso d’investire sul lavoro per fare l’immobiliarista pensando che si guadagna più ad affittare ai cinesi che investire su la ricerca e fare gli industriali. A PRATO E’ VALSO IL DETTO CHE IL CACIO VINTO NON SI RIGIOCA, ECCO QUALE E’ STATO IL MALE MAGGIORE DI PRATO.

Francesca
Francesca
9 anni fa

Gimax sono pienamente d’accordo con te!! Non c’è il coraggio e ne la volontà di provare a cambiare, e questo non fa onore a una città che continua ad eleggere chi li ha portati a questo punto!