25 Gennaio 2014

Tajani sul Made in: “Quattro proposte di compromesso sulla legge, ma Germania e Gran Bretagna fanno scudo”


Tracciabilità dei prodotti, reciprocità doganale, tutela del made in. Sono le richieste storiche del distretto pratese, che le istituzioni e categorie economiche pratesi hanno rivolto anche oggi al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani che ha partecipato a un incontro in Comune su “Crisi e prospettive di rilancio del settore tessile”. Tajani ha rassicurato sui fondi europei che nei prossimi anni destineranno attraverso le Regioni di tutti i Paesi Ue ben 100 miliardi di euro nel manifatturiero a sostegno di progetti di innovazione e ricerca. “Il settore tessile non è espressamente menzionato, ma potrà essere compreso nel provvedimento e saranno le Regioni ad individuare i progetti da sostenere” ha detto Tajani.

Il vicepresidente della Commissione europea ha poi illustrato la fase in cui si trova la legge su tracciabilità e made in, osteggiata da Germania e Gran Bretagna.
“La commissione europea ha fatto la sua proposta per avere un Made in per sia per prodotti importati, sia per quelli realizzati in Europa con responsabilità non solo del produttore ma anche dell’importatore e del distributore – ha detto Tajani -. Il parlamento europeo, attraverso le se commissioni, per 4 volte ha dato il suo voto favorevole e ha dato mandato a trattare con gli stati membri dell’Unione europea. Ora il dibattito è all’interno degli stati membri: alcuni Paesi sono contrari all’articolo 7 della norma sulla tracciabilità proposta dalla commissione europea che prevede il Made in. La presidenza greca lo ha messo per due volte all’ordine del giorno delle riunioni degli ambasciatori che preparano le riunioni dei ministri, con 4 differenti proposte di compromesso e il dibattito è purtroppo ancora fermo. Io mi auguro che nei prossimi giorni ci possa essere un’accelerazione, grazie anche a un’azione diplomatica forte dell’Italia e degli altri paesi che sostengono il Made in, affinchè si possa superare l’ostacolo tedesco e di altri Paesi che per ragioni diverse condividono la posizione della Germania.
Ora la parola è agli stati membri perchè è nel Consiglio che ci sono le perplessità: la commissione europea ha fatto la sua proposta il Parlamento l’ha approvata. Ora bisogna vedere cosa intende fare il Consiglio”.

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