26 Marzo 2014

Tre operai cinesi denunciano i padroni-sfruttatori


Il primo caso fece clamorosamente scalpore: un operaio cinese trovò la forza di denunciare i suoi datori di lavoro, che lo avevano abbandonato a se stesso dopo un grave infortunio in fabbrica. Il Comune si costituì parte civile nel processo. I due padroni furono poi condannati. E’ forse anche alla luce di questa vicenda che altri tre lavoratori cinesi hanno trovato la forza di rivolgersi agli uffici comunali per denunciare il loro sfruttamento. L’ultimo caso due giorni fa. L’operaio non ce la faceva più a lavorare anche per 16 ore consecutive, sette giorni su sette, così ha chiesto aiuto all’assessorato all’integrazione. Anche in questo caso il lavoratore ha detto di essere stato abbandonato dai suoi padroni dopo essersi ferito in fabbrica. “In seguito alla campagna contro lo sfruttamento della manodopera clandestina ed in seguito alla denuncia del primo cittadino cinese che si e’ ribellato ai suoi aguzzini – spiega l’assessore Giorgio Silli – da settembre 2013 altri tre lavoratori cinesi si sono rivolti agli uffici del Comune per denunciare la loro situazione di sfruttamento. L’ultimo proprio 2 giorni fa. Si è andato formando un rapporto di fiducia con le istituzioni e nello specifico con il comune soprattutto dopo che i datori di lavoro sono stati condannati in primo grado, dando prova che l’Italia è un paese serio dove lo stato c’è ed è forte”. “Quando si parla di problemi complessi come quello del distretto parallelo cinese – aggiunge -, prima di tutto si deve pensare a decapitare il sistema e colpire i cosiddetti pesci grossi. Solo con le denunce degli sfruttati si potrà continuare a risalire ai veri responsabili, quindi esorto a fidarsi delle istituzioni e a mettere tutto nero su bianco: non saranno lasciati soli”.

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