9 Maggio 2014

Il grido d’allarme degli edili: “Il settore è ammalato di crisi e illegalità”. Poi la minaccia: “Pronti a recede dai protocolli”


“E’ una constatazione amara: non servono a niente la buona volontà e la disponibilità a “fare supplenza” rispetto alle inadempienze dei soggetti preposti ai controlli. Anzi, forse sono addirittura controproducenti, fornendo alibi e costituendo comode facciate tanto edificanti quanto inutili. ANCE Prato (anche attraverso le sue rappresentanze in Cassa edile e CPT-Comitato Paritetico Territoriale) lotta da anni per far passare un concetto: l’edilizia è ammalata non solo di crisi ma anche di illegalità. ANCE Prato ha bussato a tutte le porte per chiedere impegno e attenzione, sollecitare controlli e stimolare interventi concreti. Inerzia e, in parte, sottodimensionamento degli organici degli enti preposti hanno fatto sì che ben poco si concretizzasse. Il passaggio successivo è stato quello della “stagione dei protocolli”: una fase in cui la stessa ANCE Prato, Cassa edile, CPT e sindacati hanno richiesto e alla fine realizzato accordi per la legalità con tutti i soggetti interessati (Prefettura, Provincia e comuni del territorio, INPS, INAIL, Direzione Territoriale del Lavoro, ASL, CCIAA, associazioni di categoria, ordini e collegi professionali). Lo spirito era quello di affiancare e supportare le autorità ispettive e di vigilanza. Fine ultimo, realizzare concretamente quell’opera di monitoraggio e controllo indispensabile ad arginare fenomeni di illegalità ormai dilaganti. Il presidente della Cassa edile Massimo Paolieri stimava alcuni anni fa che i manovali che lavoravano a Prato fossero per il 40-45% irregolari: una situazione che nel tempo, considerato anche l’impatto della crisi, si può presumere non sia certo migliorata. Il risultato della “stagione dei protocolli”? Poco o niente. Un esempio eclatante: la legge regionale 69 del 2012 impone ai Comuni la trasmissione trimestrale a INPS, INAIL e Cassa edile dell’elenco delle imprese esecutrici degli interventi edilizi in corso. Informazioni, queste, utili per rilevare eventuali inosservanze degli obblighi contributivi e segnalarle ai comuni stessi, chiamati in questi casi ad ordinare la sospensione dei lavori. Ebbene, la Cassa edile informa che quasi nessun comune è in linea con la legge: dai peccati veniali di Cantagallo, fermo a fine 2013, alle situazioni più critiche di Vernio (settembre 2013), Poggio a Caiano (agosto 2013) e Vaiano (giugno 2013), fino alla totale, incredibile inadempienza di Carmignano, che in questi anni non ha mai trasmesso nessuna segnalazione. Solo Prato e Montemurlo sono in linea con le scadenze. Le sollecitazioni ai comuni inadempienti da parte di Prefettura e Provincia, promesse da tempo, non risultano essere state effettuate. Si vanifica quindi in buona parte anche l’investimento, realizzato da Cassa edile con denaro delle imprese e con il contributo anche dei lavoratori, per l’elaborazione dati propedeutica agli interventi. Ancora più carente l’attività diretta di verifica sul campo della situazione di rispetto o meno di leggi e regole. “Il sistema di controllo nel suo complesso continua a manifestare troppi limiti. La ‘stagione dei protocolli’ non sta producendo niente di significativo, tanto che ANCE Prato sta valutando l’eventualità di revocarne la sottoscrizione. Non sfugge la gravità di una nostra eventuale decisione in questo senso. Ma non sfugge nemmeno che le 327 aziende chiuse negli ultimi 6 anni ed i 1484 posti di lavoro parallelamente persi non ci sono più a causa sicuramente non solo della crisi ma anche della concorrenza sleale di imprese che non operano nel pieno rispetto della legalità. Imprese che nessuno sembra riuscire a contrastare efficacemente. Gli indugi non sono più ammissibili: la situazione di Prato nell’edilizia è gravissima. Come ANCE Prato abbiamo dimostrato una disponibilità che non esito a definire totale nei confronti di enti e soggetti preposti alla vigilanza, cui abbiamo offerto supporto e appoggio: ma se accordi e protocolli devono restare lettera morta o addirittura costituire un paravento di pura forma senza effetti sostanziali, allora meglio uscirne”.

Moreno Paolo Torri
presidente ANCE Prato

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